
Milano, 28 marzo 2025 – Sette avvisi di avvio del foglio di via obbligatorio da Milano, due fogli di via obbligatori e undici divieti di accesso nei locali pubblici. I destinatari delle misure di prevenzione, firmate nelle ultime ore dal questore Bruno Megale, sono dodici attivisti di "Ultima Generazione", che in più occasioni, ben tre nel giro di una settimana, hanno inscenato una serie di azioni di protesta al ristorante Cracco in Galleria Vittorio Emanuele II, con vere e proprie irruzioni nell'esercizio commerciale gestito all'ombra dell'Ottagono dallo chef e notissimo volto televisivo Carlo Cracco.
Chi è stato “punito”
I provvedimenti dell’avvio del foglio di via obbligatorio sono stati predisposti dagli agenti della Divisione Anticrimine nei confronti di quattro uomini di 29, 42, 52 e 71 anni e tre donne di 21, 26 e 32 anni. I due fogli di via obbligatori, della durata di due anni, sono stati notificati a due donne di 29 e 30 anni, mentre i Dacur sono stati emessi nei confronti di undici esponenti del movimento ecologista.

“Il 19, 23 e 26 marzo, al ristorante Cracco, appartenenti al movimento ambientalista "Ultima Generazione", dopo aver effettuato una consumazione all'interno del locale, hanno esposto uno striscione recante la scritta "Ultima Generazione – Il Giusto prezzo" per poi sedersi per terra e occupare la sala del ristorante, opponendo resistenza passiva. Inoltre, il 23 marzo hanno anche imbrattato gli arredi del locale”, viene ricordato dagli uffici di via Fatebenefratelli.

Nel mirino
Il ristorante di Cracco è in effetti finito nel mirino degli attivisti del gruppo ambientalista, che ha fatto della lotta alle diseguaglianze e al lavoro sottopagato una delle sue bandiere, per almeno tre volte questo mese. L’ultima volta in ordine di tempo il 26 marzo, quando due ragazze e un ragazzo hanno fatto ingresso nel locale intorno alle 13.30 per ribadire la loro contrarietà alle disuguaglianze sociali e portare avanti la campagna “Il giusto prezzo”. Poco dopo è intervenuta la polizia che li ha bloccati e accompagnati in Questura per valutare l'esatta dinamica dei fatti e la loro condotta nell'azione di protesta. "Siamo per la terza volta nel ristorante Cracco per denunciare un'Italia sempre più divisa, dove le disuguaglianze crescono nell'indifferenza di chi detiene il potere e vive nel lusso – avevano spiegato gli attivisti di Ultima Generazione –. Scegliamo di venire qui perché questo luogo rappresenta una realtà distaccata, una bolla che esiste solo grazie allo sfruttamento e alla precarietà di chi sta io può arrivare più forte. È qui che il nostro messaggio può arrivare più forte".

L’iPhone sottratto
Mercoledì c’era poi stata anche la denuncia da parte di una delle ragazze entrate nel prestigioso locale, la 29enne Paola Del Dosso, che aveva accusato lo chef stellato di averle sottratto (di spalle) il cellulare. “Quando Paola (il nome dell’attivista, ndr) ne ha preteso la restituzione, lo chef ha risposto "assolutamente no" e ha continuato ad andarsene. Il telefono, un iPhone 6 del valore di circa 70-100 euro, è fondamentale per il lavoro di Paola”. La polizia, intervenuta subito dopo, “ha ignorato l'accaduto – hanno affermato i manifestanti – nonostante a nostro avviso si tratti di una rapina...”. Le tre attiviste sono state portate in Questura e hanno sporto denuncia contro Cracco per furto.
La risposta ironica
Sulla vicenda era intervenuto lo stesso Cracco, che aveva scelto l’arma dell’ironia provando a buttarla sul ridere: "Non offriamo pasti sospesi, ma tanta pubblicità gratuita quella sì". Letta però come una provocazione dagli attivisti: "Ridicolizza il problema e minimizza la gravità della situazione". “Abbiamo chiesto allo chef che il suo ristorante offra pasti gratuiti ogni giovedì a persone in difficoltà economica. Non solo non abbiamo ricevuto alcuna risposta, ma la reazione dello chef è stata pure sconcertante e priva di empatia". "Ci accusano di fare azioni dimostrative, ma la vera spettacolarizzazione è quella di un sistema che permette a pochi di banchettare mentre molti non riescono a riempire il carrello della spesa".

In cosa consiste il provvedimento
Il foglio di via obbligatorio vieta al destinatario di ritornare nel Comune indicato nel provvedimento, in questo caso Milano, salvo "per comprovate esigenze di saluto, studio o lavoro e previa istanza motivata alla Questura del Comune". I Dacur, invece, impediranno a chi li ha ricevuti "di accedere e stazionare nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici presenti nell’area del centro della città di Milano". Si tratta di una misura, spiegano da via Fatebenefratelli, "di prevenzione di esclusiva competenza del questore, a tutela dell’ordine e sicurezza pubblica, al fine di garantire la fruibilità da parte della cittadinanza di determinate aree urbane".