Martedì 12 Novembre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Vaticano e governo Meloni, il grande gelo: "Ipocrisie sui migranti. Naufragio prevedibile"

Il cardinale Czerny: "A Cutro non si è voluto o saputo rispondere al dramma". Malumori in Cei sulla lapide con le parole del Papa. "È una strumentalizzazione"

Città del Vaticano, 11 marzo 2023 - ​La lapide affissa dalla premier a Cutro, riportanti le parole del Papa sulla necessità di fermare i trafficanti di esseri umani, agita le acque fra Santa Sede e governo Meloni. Quasi che il gesto della leader di Fratelli d’Italia sia stato un tentativo – rilanciano fonti in seno all’episcopato italiano – di "strumentalizzare, arruolare" Francesco su un dossier come quello migranti. Delicato e sviscerato Oltretevere in termini ben più articolati e distinti rispetto alla messa al centro della lotta a chi sfrutta (per far cassa) la disperazione di gente in fuga da guerre, dittature e miseria.

Migranti soccorsi dalla Guardia Costiera
Migranti soccorsi dalla Guardia Costiera

Il problema è "anche" quello dei trafficanti, sottolinea in un’intervista a Vatican News il cardinale Michael Czerny, gesuita come il Papa e uno dei suoi più stretti collaboratori, che senza reticenze 'rimette in mare' il dilemma delle responsabilità sulla strage di Cutro, 73 vittime e decine ancora di dispersi. "Non è stata una tragedia annunciata, ma una tragedia denunciata. Credo che sia ipocrita dire non è stato possibile dare una risposta – è l’affondo del prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale di fronte alla linea Maginot del governo per il quale la portata del disastro è da imputare solo agli scafisti –. No, non abbiamo saputo o voluto anticipare. Nella Chiesa, a cominciare da papa Francesco, in tanti lo hanno sottolineato mille volte: non c’è nessuna sorpresa in queste vicende, sono cose previste e molto politiche. Oltre che tristissime".

Che il Papa non si stanchi di richiamare le coscienze di credenti e non sul dramma dell’immigrazione è fuori discussione. Basti solo pensare che nel 2013 volle recarsi a Lampedusa, teatro di un’ecatombe della disperazione, per il suo primo viaggio del pontificato. "I migranti sono il sacramento del suo magistero", sintetizza Czerny, sul cui petto pende una croce ricavata dai resti di una barca usata dai profughi per attraversare il Mar Mediterraneo. Al porporato di Curia romana fa eco il cardinale Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, secondo il quale "al centro va posta la questione dell’accoglienza, intelligente e non caotica, degli immigrati, stando proprio all’insegnamento del Papa. Non dobbiamo leggere il fenomeno migratorio solo in termini di emergenza, va piuttosto stutturato con scelte politiche il più possibile condivise, senza lasciarsi prendere dalla paura data dal fatto che sbarcano in Italia uomini e donne di religione e colore della pelle diversi dai nostri".

Come dire, non c’è solo il nodo dei trafficanti, anzi il focus è un altro, al di là delle strategie e delle priorità dell’esecutivo messe in luce nel cdm di Cutro. "Quello è stato uno spettacolo indecente e indecoroso – non usa mezzi termini l’arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi –. La premier ha strumentalizzato il Papa. Vuole davvero seguire Francesco? Allora lei, che si definisce cristiana, perché non è andata a raccogliersi in preghiera sulla spiaggia del naufragio, come fece lo stesso Pontefice a Lampedusa? Sul luogo del disastro Meloni non si è vista. Troppo facile prendersela con gli scafisti, quando sappiamo benissimo che dietro questi malviventi si nasconde una regia ben più potente".

Netto anche il pensiero dell’arcivescovo di Ferrara, Giancarlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, che boccia il decreto legge varato dall’esecutivo: "Nulla di nuovo, se non l’inasprimento delle pene per gli scafisti, confusi con i trafficanti, e la riproposizione della crescita dei centri di permanenza per il rimpatrio". A detta del vertice della Fondazione Migrantes "siamo lontani da un governo delle migrazioni. Manca un rafforzamento del soccorso in mare e della rete di accoglienza diffusa".