Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Migranti, sequestrata la nave Mare Jonio. Salvini contro la Ong: "Arrestateli"

I migranti urlano "liberté, liberté" e sbarcano tutti. Il Viminale: "Difendiamo i confini, facciamo rispettare la legge". La procura apre un fascicolo, comandante convocato in caserma

I migranti sulla nave Jonio festeggiano prima di sbarcare al molo di Lampedusa (Ansa)

I migranti sulla nave Jonio festeggiano prima di sbarcare al molo di Lampedusa (Ansa)

Lampedusa, 20 marzo 2019  - Dura meno di un giorno il caso della nave Mare Jonio, arrivata a Lampedusa dopo aver tratto in salvo 49 migranti. La linea dura del governo si fa sentire fin da subito, ma l'azione decisiva scatta poco dopo le 19 di ieri sera, quando il Viminale fa sapere che "la Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro della nave Mare Jonio".  Detto fatto, Salvini può esultare: "Ora in Italia c'è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga". E in questo caso, aggiunge, non si tratta di un salvataggio, ma di una "provocazione politica organizzata da giorni". Ieri sera il comandante della Mare Jonio, Pietro Marrone, è stato convocato d'urgenza dalla Guardia di Finanza di Lampedusa. Marrone si è recato in caserma accompagnato dall'armatore Beppe Caccia e dal deputato di Sinistra italiana, Erasmo Palazzotto. Qui i militari delle Fiamme Gialle hanno gli notificato il sequestro probatorio della Mare Jonio, provvedimento emesso dalla procura di Agrigento, che aveva disposto lo sbarco dei migranti a bordo aprendo contestualmente un fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

È giunta nel molo del porto di Lampedusa la Mare Jonio con i 48 migranti (Ansa)LO SBARCO - Lo sbarco dei migranti (tra cui 12 minori) recuperati dal gommone in avaria comincia all'ora di cena, il primo a scendere è un minore africano avvolto da una sciarpa bianca, seguito dagli altri ragazzini. Una scena commovente, con i migranti, ma anche chi li accoglieva in porto, che applaudivano mentre s'alzava un coro di grida: "Liberté... liberté...". Prima dello sbarco era salito a bordo il medico del Poliambutorio di Lampedusa Pietro Bartolo per accertarsi delle condizioni dei naufraghi. Ognuno prima di scendere dall'imbarcazione ha ricevuto il saluto di Luca Casarini, capo della missione. Per tutti la destinazione è l'hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa.

Anche i membri dell'equipaggio della nave Mare Jonio sono sbarcati, senza che in quel momento venisse notificato loro alcun provvedimento, tranne appunto la convocazione in caserma del comandante della nave, un atto arrivato peraltro in un momento successivo all'approdo vero e proprio.

LE INDAGINI - La Procura di Agrigento ha aperto il fascicolo a carico d'ignoti, l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina è stata confermata a tarda sera. Da parte sua, l'armatore, Beppe Caccia, aveva dichiarato: "A bordo non è stato notificato alcun ordine di sequestro al comandante e anche la polizia mi ha risposto che non ha notizie". In realtà, come si diceva, il decreto di sequestro probatorio della nave è stato notificato in un tempo successivo. 

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L'equipaggio sarà interrogato domattina dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella (che stasera è volato a Lampedusa), insieme con un pm. Saranno anche sentiti i migranti a bordo. La Procura cercherà di capire se l'equipaggio ha agito per "stato di necessità" e poi valuterà il da farsi. 

Immediato il tweet del ministro dell'Interno, che sottolinea il suo operato:

E poco dopo dichiara: "Ringrazio per l'impegno e la professionalità le donne e gli uomini di Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Polizia di Stato. Hanno permesso di ottenere questo risultato positivo per il rispetto della legge e della sicurezza nazionale"

A ruota si fa sentire anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: "Sequestrata Mare Jonio. Abbiamo sempre garantito sicurezza e assistenza umanitaria in legalità e rispetto convenzioni internazionali. Risultati enormi in pochi mesi. Grazie ancora alla Guardia Costiera. Le ipocrisie sui #migranti si infrangono contro la concretezza del Governo".

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Migranti in arrivo, Salvini può chiudere i porti? Cosa può fare (e cosa no)

SALVINI - Fin dalla mattinata Matteo Salvini aveva fatto capire che aria tirava: "Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada", aveva detto. Sul tema migranti, insomma, il ministro non molla. "Nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per persone a bordo, nessun mare in tempesta", spiega Salvini: "Sono state ignorate le indicazioni della Guardia Costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l'Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c'è a bordo, ma soprattutto disobbedienza alla richiesta di non entrare nelle acque italiane", attacca. In precdenza Salvini ha ribadito: "Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede". E ancora: "Questa non è stata un'operazione di salvataggio. Questo è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".

A Sky Tg24 il leader leghista osserva: "Questa è la nave dei centri sociali, perchè a nome di questa nave sta parlando il signor Luca Casarini, invito ad andare a cercare la scheda dei precedenti penali del signore che era noto per essere uno dei leader dei centri sociali del nord-est. Ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra a bordo della nave e, a mio avviso, stanno sostanzialmente commettendo il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".

E in serata a Radio Radio, il vicepremier commenta: "Coincidenza tra il caso di Nave Jonio e il voto sulla Diciotti? Io credevo a Babbo Natale fino a che avevo 8 anni. Poi un amichetto mi ha detto: 'guarda che nell'armadio trovi i regali che ti portano mamma e papà'. Mi è crollato il mondo addosso. Ma da allora ho smesso di credere in Babbo Natale. Questo presunto salvataggio di questa nave gestita dai centri sociali era organizzato da giorni".

IL SINDACO E IL MEDICO - Il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, aveva un atteggiamento di tutt'altro genere. "Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati", ha dichiarato in mattinata, ricordando che sull'isola gli sbarchi non si sono mai fermati. E continuava: "Non c'è motivo che non entrino in porto, se sono in difficoltà. Il porto è aperto, non c'è nessuna ordinanza". Intanto è stato curato e ora sta meglio il 24enne del Gambia che era stato evacuato stamane per una sospetta polmonite. "Era spaventato impaurito, disidratato - riferisce il medico Pietro Bartolo - adesso sta meglio ed è al centro d'accoglienzaa. Spero li facciano scendere tutti presto. Noi siamo sempre pronti a intervenire, facciamo il nostro lavoro, come sempre. Li facciano sbarcare, è assurdo che rimangano in mare, cosi' vicini a noi".

IL COMANDANTE - "Abbiamo persone che non stanno bene, devo portarle al sicuro e ci sono due metri di onda. Io non spengo nessun motore", ha detto  Pietro Marrone, comandante della Mare Jonio rivolgendosi via radio alla motovedetta della Guardia di finanza che gli intimava di fermarsi. La Ong definisce Marrone "un vero capitano. Di professione è pescatore. Per decenni ha navigato in quel tratto di Mediterraneo che accomuna Libia, Italia e Tunisia. Oggi è il comandante della Mare Jonio. Abbandonare esseri umani in mare per un pescatore non è solo reato, è tradimento". 

Intanto su Twitter Mediterranea Saving Humans sottolinea: "La direttiva di Salvini non vale: è subordinata a legge e convenzioni internazionali".

LEGA: STRANE COINCIDENZE - Monta anche la polemica politica in Italia. La Lega vede nella nuova emergenza una conicidenza sospetta con l'ormai prossimo voto in Parlamento su Salvini per il Caso Diciotti, come sottolinea il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari: "Il dubbio che ci viene, e che non possiamo tacere, è la coincidenza temporale di questa iniziativa con il voto in Senato sull'autorizzazione a procedere sul caso Diciotti nei confronti di Salvini è quanto meno sospetta".

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DI MAIO: NON UN ALTRO CASO DICIOTTI - Saranno fatti sbarcare? "Sì, per carità. Ma bisogna far rispettare le regole, una ong italiana non deve permettersi di disobbedire alla guardia costiera libica. Rispetto delle regole, slalvataggio delle vite umane, e che non sia un nuovo caso Diciotti", con queste parole Di Maio ha commentato la vicenda della nave di migranti Mare Jonio. 

Concetto ribadito a "Omnibus", su La7, dal sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano: "Ogni nave non può essere un caso Diciotti. Se ci sono persone in difficoltà saranno aiutate. Si gestirà la vicenda, come si è sempre fatto. Le persone sono state sempre assistite e si è ottenuta la ripartizione tra i Paesi europei".

CONTE: NON STRUMENTALIZZARE CASI SINGOLI  - "Ci stiamo battendo perché la regolazione dei flussi migratori sia affrontata in maniera strutturale: pregherei tutti di non strumentalizzare il singolo caso". Il premier Giuseppe Conte ha replicato in aula alla Camera a Pd e Leu che chiedevano di consentire lo sbarco: "La nostra articolata posizione sull'immigrazione può piacere o non piacere ma è strutturata e multilivello. Di fronte alla singola emergenza tutti siamo in difficoltà quindi impegniamoci tutti a non strumentalizzare il singolo caso".

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MARINA LIBICA: INTERVENTO ONG NON NECESSARIO - Per il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Qassem la nave militare libica era "a cinque miglia dal gommone in panne ed era in grado di recuperare in sicurezza tutte le persone a bordo. L'intervento della nave dell'Ong non era necessario ed è stato pretestuoso". E aggiunge: "Hanno spiegato che i migranti si trovavano in una situazione di pericolo ma questo non è vero, non si è trattato di un naufragio ma solo di un guasto al motore". Per Qassem le Ong di ostacolano le operazioni di salvataggio per "interessi certamente non umanitari".

UE: URGENTI SOLUZIONI PREVEDIBILI PER SBARCHI -   "La Commissione segue da vicino gli eventi nel Mediterraneo  - spiega un portavoce di Bruxelles - e ribadisce quanto siano urgenti soluzioni prevedibili per gli sbarchi e rinnova ancora una volta agli Stati membri l'imperativo umanitario", ma anche "di contribuire a una rapida risoluzione della situazione".