di Elena G. Polidori
Matteo Salvini va a processo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il Senato ha votato a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno per il caso della nave Open Arms, bocciando in questo modo (con 149 no, 141 sì e un astenuto) la relazione della Giunta delle Immunità di Palazzo Madama, presieduta da Maurizio Gasparri, che chiedeva di non dare il via libera all’azione della magistratura di Catania. A maggio la stessa giunta, infatti, aveva votato no alla richiesta del Tribunale dei ministri di Palermo, grazie alla non partecipazione al voto dei senatori di Italia Viva. Ieri, invece, i renziani sono stati determinanti nell’affondare Salvini.
"Contro di me festeggiano ’i Palamara’, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità – è il commento a caldo del leader della Lega –. Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita. Guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso".
Quindi, ha citato la Costituzione: "Mi tengo stretto l’articolo 52 (che recita ’la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino’) e ricordo le parole di Luigi Einaudi, ‘quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra’". Insomma, "non ho paura e non mi faranno tacere – scandisce –: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori".
Salvini è volato a Milano Marittima, scendendo poi al Papeete Beach, da dove si è tuffato in mare per un bagno al tramonto. Rispondendo, sarcastico, ai cronisti che lo attendevano: "Mi hanno fatto un favore, vedrete come cresciamo 10 punti nei sondaggi in un lampo". Più che lo spettro delle urne, infatti, per Salvini si apre ora quello della possibile decadenza da senatore (oppure l’impossibilità a ricandidarsi), naturale conseguenza in caso di condanna, visto che il reato di sequestro di persona è punito fino a 15 anni di carcere.
Determinante per il risultato d’Aula di ieri, il partito di Matteo Renzi. Il voto dei senatori di Italia Viva è stato in bilico fino al dibattito, poi l’ex rottamatore ha sciolto ogni dubbio: "Dobbiamo chiederci non se Salvini abbia o meno commesso reati, né se fosse accompagnato da altri membri del governo. A questo risponde la magistratura – osserva Renzi –. Dobbiamo chiederci, piuttosto, se ci fu interesse pubblico. E, per me, l’interesse pubblico non c’è nel tenere un barcone lontano dalle coste. Noi, che in passato abbiamo votato a favore dell’autorizzazione a Salvini, e ci accingiamo a votare a favore, non abbiamo cambiato idea".
Parole che hanno provocato dure critiche rivolte a Renzi durante l’intervento del leader del Carroccio, lungamente applaudito dal centrodestra, con annessi cori da stadio ("Matteo Matteo!"). Salvini ha ringraziato i senatori del M5s per non essere intervenuti "visto l’evidente imbarazzo", rimarcando: "Preferisco il silenzio dei grillini alle ‘supercazzole’ di Renzi", un’espressione che gli ha fatto guadagnare un rimbrotto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. "Andrò avanti senza aiutini – riprende poi l’ex vicepremier – perché contro di me è in atto un processo politico, io non porto i miei avversari in tribunale. L’unico tribunale è quello del popolo, del voto, delle elezioni".
Al suo fianco non solo non solo un battagliero Roberto Calderoli ("lo hanno pugnalato come Dalla Chiesa e Falcone", ha commentato il senatore del Carroccio) ma anche Pierferdinando Casini. "Ho confermato i voti da me espressi in passato – spiega l’ex presidente della Camera – convinto che gli atti posti in essere dall’allora ministro Salvini fossero espressione della volontà manifestata in più occasioni dal governo. Penso che le armi per contrastare Salvini non debbano annoverare un uso improprio della magistratura".