Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Migranti, Sea Watch 3 si appella a Strasburgo. Salvini: "Vadano in Olanda e Germania"

La nave, con a bordo 42 persone, transita da 12 giorni davanti alle acque italiane. L'Ue agli Stati membri: "Trovare una soluzione"

Sea Watch (Ansa)

Strasburgo, 24 giugno 2019 - La Sea Watch 3 si appella alla Corte di Strasburgo affinché l'Italia autorizzi lo sbarco dei migranti. La nave, con a bordo 42 persone, transita da 12 giorni davanti alle acque italiane in attesa di una soluzione all'impasse. Sia la ong tedesca che il governo italiano dovranno rispondere a una serie di chiarimenti richiesti dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. In base ai suoi regolamenti, la Corte può chiedere all'Italia di adottare quelle che vengono definite "misure urgenti" che "servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani". Per il ministro dell'Interno Matteo Salvini risolvere il problema è "facile": "Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altrà metà a Berlino", scrive il leader della Lega su Twitter. 

UE: "TROVARE SOLUZIONE" - Intanto, la Commissione Ue ha fatto appello "agli Stati membri" per trovare "una soluzione per le persone che sono rimaste a bordo" della nave Sea Watch 3. Lo ha affermato un portavoce parlando di "imperativo umanitario" e ribadendo che l'esecutivo comunitario "continuerà a fare tutto il possibile, nell'ambito delle nostre competenze, per sostenere e coordinare eventuali sforzi di solidarietà". 

SALVINI: VADANO IN GERMANIA E OLANDA - "L'Unione europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto". Ecco il tweet del ministro: 

DIOCESI TORINO "PRONTA AD ACCOGLIERE" - Nel frattempo la Diocesi di Torino si è detta "disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato i migranti della Sea Watch". Così l'arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia al termine della messa San Giovanni, patrono della città. "Rivolgo una preghiera speciale - ha detto l'arcivescovo - a San Giovanni, che ha sempre difeso i poveri. Chiedo a lui di dare una mano per risolvere il problema che stanno vivendo le persone a bordo della Sea Watch. Per essere concreti, la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere questi fratelli e sorelle". 

SALVINI CONTRO L'OLANDA - Ieri il ministro dell'Interno ha puntato il dito contro l'Olanda. In una lettera inviata al segretario di Stato per la Sicurezza e la Giustizia, Ankie Broekers-Knol, il leader della Lega ha scritto nero su bianco che l'Italia riterrà "il governo olandese, e l'Unione europea assente e lontana come sempre, responsabili di qualunque cosa accadrà" ai 42 migranti a bordo della nave. "Sono incredulo, perché si stanno disinteressando di una nave con la loro bandiera, peraltro usata da una Ong tedesca, che da ormai undici giorni galleggia in mezzo al mare", ha attaccato il vicepremier, riservando colpi anche al comandante: "Rifiutando il Pos indicato dalle competenti autorità libiche, ha deciso di far rotta verso l'Italia", in questo modo "ha autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica".

"VOSTRA RESPONSABILITA'" - Salvini ha ribadito il messaggio alla collega olandese: "È necessario ed urgente un vostro intervento nei confronti della Sea Watch 3 e del suo comandante ed equipaggio perché l'Italia, pur continuando "a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati membri" dell'Ue, "non intende più essere l'unico hotspot dell'Europa", neppure ai fini della prima accoglienza o "in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione" dei migranti. Ecco perché "qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà, dunque, non ricadere nell'esclusiva responsabilità dello Stato di bandiera e del comandante e dell'equipaggio" dell'imbarcazione.

PORTAVOCE ONG.- "Le persone a bordo della Sea-Watch 3 - ha dichiarato la portavoce della ong, Giorgia Linardi - ci chiedono fino a che punto bisogna sentirsi male per potere essere sbarcate. Alcuni cominciano a minacciare di buttarsi in mare". Sempre oggi è stata recapitata una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firmata da 40 associazioni e organizzazioni impegnate per la tutela dei diritti dei minori e dei migranti . Ricordando le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, i firmatari chiedono che l'Italia "adempia ai suoi doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza, come previsto dalla Costituzione e dal diritto internazionale".