Mercoledì 2 Ottobre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Migranti, sbarchi raddoppiati e città al collasso. Il Viminale incolpa il Pd: serviva lo stato d’emergenza

Il delegato dell’Anci Biffoni: "Tutto saltato, siamo sull’orlo del tracollo". Piantedosi respinge le accuse: sono surreali, l’obiettivo è reggere l’urto degli arrivi

Gli sbarchi di migranti si susseguono a ritmo vertiginoso

Gli sbarchi di migranti si susseguono a ritmo vertiginoso

Roma, 21 agosto 2023 – Sull’immigrazione i sindaci sono sull’orlo di una crisi di nervi. In primis ad agitarsi sono i sindaci del nord, e del centro nord, specialmente i leghisti veneti, coordinati da Marcello Bano di Noventa Padovana, che contestano l’accoglienza diffusa, cara invece al Pd. "L’accoglienza diffusa – dice Maria Scardellato sindaca di Oderzo nel trevigiano – non funziona, servono i Cpr. I flussi sono fuori controllo e i territori non riescono a farsi carico dei numeri propostici". "Al prefetto che mi chiedeva accoglienza ho risposto che ho 173 famiglie in attesa di un alloggio pubblico e che per me vengono prima", gli fa eco Mauro Armelao di Chioggia.

Ma a protestare, per motivi diversi, in primis la mancanza di risorse, sono anche molti sindaci del Pd. Sull’accoglienza dei migranti e in particolar modo per i minori ma non solo, "è tutto saltato, siamo sull’orlo del tracollo" ripete Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci sull’immigrazione. "Siamo nella più grande emergenza mai vissuta, almeno da quando sono responsabile Anci per l’immigrazione, e non succede nulla. Se continua così le amministrazioni locali non potranno garantire il rispetto delle condizioni stabilite per legge, e la responsabilità è dello Stato centrale. Non ci sono gli hub di primissima accoglienza, non ci sono le risorse per la mediazione culturale".

Dal Viminale reagiscono con irritazione alle parole di Biffoni. E la polemica viene definita "surreale". "Lo Stato di emergenza decretato dal Governo, anche proprio per aiutare i territori a reggere meglio l’urto dell’accoglienza – sottolinea una fonte qualificata del ministero dell’Interno – è stato infatti rifiutato dalle Regioni governate dalla sinistra che hanno contestato l’esistenza di una situazione critica. In questo modo, proprio in quelle Regioni non si sono potute attivare le procedure accelerate e derogatorie per creare adeguate strutture di accoglienza. Se c’è una situazione di difficoltà, perché i governatori di sinistra non hanno aderito allo Stato di emergenza? I sindaci non si parlano con i loro governatori?". Alcune posizioni sono considerate al Viminale "del tutto ideologiche". "Si pensi – dice un’altra fonte dell’Interno – al sindaco di Prato Biffoni, molto attivo sui giornali. I dati dimostrano che Regioni come la Toscana gestiscono un numero di sbarchi e di minori non accompagnati molto più basso rispetto ad altri territori. E poi proprio Biffoni, prodigo a parole di auspici di una migliore accoglienza dei minori, nei fatti non avrebbe certo favorito l’apertura di nuove strutture per minori non accompagnati nella sua città, a Prato. Eppure queste strutture avrebbero fatto molto comodo per gestire la situazione garantendo migliori condizioni ai migranti".

I numeri sono quelli che sono – 101.386 i migranti arrivati in Italia dall’inizio dell’anno contro 48.940 dello stesso periodo del 2022 – e per venire incontro alle pressioni che vengono dagli enti locali il Viminale ha deciso di modificare le regole della distribuzione dei migranti: non saranno più legate solo alla popolazione residente ma anche, per il 30%, all’estensione del territorio regionale. Attualmente sono 132.796 gli immigrati "in accoglienza sul territorio". La regione con il maggior numero di presenze è la Lombardia con 16.814 (pari al 13% del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con 12.572 (9%), dalla Sicilia 11.758 (9%) e dal Piemonte 11.576 (9%) e dal Lazio con 11.217.

Il nuovo criterio potrebbe portare a trasferire un maggior numero di persone in territori con grandi estensioni, ma con densità abitativa più bassa come ad esempio la Sardegna che a oggi ospita 2.098 persone pari all’1% del totale o la Basilicata. Sempre per far calare la pressione sui territori del turnover nelle strutture di accoglienza straordinari (Cas) che oggi ospitano 110 mila per i quali sarà effettuata una sorta di censimento per stabilire chi ha diritto a restare. Da settembre negli hotspot saranno disponibili altri 3.500 posti e verranno create delle strutture vigilate, i centri per il rimpatrio (Cpt) dove i migranti attenderanno le decisioni del dipartimento libertà civili e l’esito dell’eventuale ricorso alla magistratura. Dopodiché i non aventi diritto dovranno essere espulsi. Il come e il dove (Tunisia? Costa d’Avorio?) è ancora tutto da vedere. Nel frattempo, tocca ai territori sopportare l’onere dell’accoglienza.