Roma, 6 gennaio 2019 - Non si placa lo scontro nel governo sulla questione migranti. Sono in 49 ancora fermi in mare, a bordo delle navi delle Ong, la Sea Watch e la Sea Eye, al largo di Malta. E nonostante dai 5 Stelle continuino ad arrivare messaggi che invitano all'accoglienza, almeno per le donne e i bambini, il ministro dell'Interno prosegue nella linea dura del 'no' agli sbarchi in Italia. Una posizione ribadita ancora oggi, pure dopo l'appello arrivato da Papa Francesco. "Da parecchi giorni quarantanove persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di ong, in cerca di un porto sicuro dove sbarcare - ha detto il pontefice all'Angelus -. Rivolgo un accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone".
SALVINI NON MOLLA - Ma Salvini non arretra di un millimetro: "'L'Italia non è Salvinia' dicono quelli della ONG Sea Eye. Fate quello che volete, ma per chi non rispetta le leggi i porti italiani sono e rimarranno chiusi", scrive su Twitter il ministro dell'Interno e vicepremier commentando la frase dell'organizzazione non governativa. E in serata rincara in diretta Facebook: "Quanto migranti accogliamo? Zero, abbiamo già dato". E sottolinea: "le ong non hanno obbedito a indicazioni precise impartite". Quindi conclude: "Se cediamo il 6 gennaio dal giorno dopo siamo da capo e gli scafisti torneranno a far quattrini e le Ong che non rispettano le norme tornano ad aiutare i trafficanti".
“L’Italia non è Salvinia” dicono quelli della ONG Sea Eye. Fate quello che volete, ma per chi non rispetta le leggi i porti Italiani sono e rimarranno chiusi.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 6 gennaio 2019
GOVERNO DIVISO - E se Salvini sottolinea che la decisione sulla linea da tenere sui migranti è sua, l'alleato Di Maio insiste e replica: "Nessuno gliela vuole togliere, ma questa decisione la prende il governo intero". "Io dico solo che, se serve, donne e bambini si fanno sbarcare - aggiunge -, perché Malta e Unione Europea non hanno pietà nemmeno di donne e bambini".
Nel pomeriggio sono le dichiarazioni di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a riaccendere lo scontro. "Nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative - dice -. Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare". E chiarisce: "Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve, non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Mrcc (Maritime rescue coordination centre) italiano coordinato i soccorsi".
Quindi si allinea a Di Maio sull'accoglienza: "Siamo pronti a dare una lezione all'Europa accogliendo donne e bambini a bordo delle navi Sea-Watch3 e Prof Albrecht Penck, ma tutta la Ue deve farsi carico del problema, a partire da Germania e Olanda, Paesi le cui bandiere sventolano sulle due imbarcazioni". Il ministro non risparmia una frecciata alle Ong di riferimento che "come al solito, non hanno rispettato la legge del mare".
MALTA NON CEDE - Ma l'impasse non si sblocca, perché anche il premier maltese è irremovibile. Muscat ha detto che Malta non diventerà il luogo dove vengono fatti sbarcare i migranti salvati dalle organizzazioni umanitarie che altri paesi non vogliono accogliere. In un'intervista a One Radio, il premier ha detto che è sua responsabilità non creare un precedente facendo sbarcare i 49 migranti. "Se si fosse accettato di far sbarcare le navi delle due ONG sin dall'inizio senza chiarimenti, i bulli avrebbero vinto, mentre i paesi come Malta che rispettano le leggi e salvano vite, sarebbero finiti per essere le vittime", ha detto Muscat, che aggiunge: "Il governo deve trovare un equilibrio tra protezione di vite umane e proteggere Malta e la sua sicurezza, evitando che siano minacciate".
"SITUAZIONE SI AGGRAVA" - Nel frattempo, si sta aggravando, soprattutto dal punto di vista psicologico, la situazione a bordo della Sea Watch. La portavoce di Sea Watch Italia Giorgia Linardi, in constante contatto con la nave parla di una situazione che potrebbe "degenerare all'improvviso". "Siamo molto preoccupati - spiega - perché temiamo che da un momento all'altro possa succedere qualcosa. E non possiamo continuare così se non per pochi altri giorni".