Roma, 25 giugno 2018 - Hotspot "ai confini esterni della Libia", blocco del "traffico di esseri umani" impedendo le partenze dei barconi e guerra alle Ong. Matteo Salvini di ritorno dalla visita in Libia snocciola le sue proposte sul tema migranti che porterà al vertice europeo di giovedì e precisa i nodi affrontati a Tripoli sulla gestione dei flussi. I Centri di "protezione e identificazione" che dovrebbero sorgere in nord Africa dovranno essere "ai confini esterni della Libia", ha precisato il ministro dell'Interno rientrato al Viminale. Salvini ha sottolineato che "l'Italia chiede la protezione delle frontiere esterne dell'Ue" e, "giustamente, loro chiedono la protezione delle frontiere esterne" libiche. Intanto nel Mediterraneo la nave Lifeline con 234 migranti a bordo, che questa mattina aveva fatto appello alla Francia per poter attraccare, fa sapere che a causa del maltempo, non ha intenzione ai puntare verso un porto francese nell'immediato.
CENTRI IN LIBIA - "Ho chiesto di visitare un centro di accoglienza e protezione che entro un mese sarà pronto per 1000 persone con l'Unhcr per smontare tutta la retorica nella quale in Libia si tortura e si ledono i diritti civili, un centro all'avanguardia a Tripoli. Siamo disponibili ad aumentare quote di ingressi regolari di persone in fuga dalla guerra, limitando gli arrivi di chi non fugge da guerra", ha detto Salvini in conferenza stampa al Viminale. Il ministro dell'Interno ha parlato dei Centri di riammissione protezione e identificazione "da cui far partire coloro che ne hanno diritto, le percentuali sono irrisorie, e andare avanti con rimpatri volontari assistiti che in Libia funzionano".
BLOCCARE TRAFFICANTI - La Libia, ha proseguito Salvini, "ci ha chiesto di proseguire nel blocco del traffico di esseri umani che vede nelle Ong soggetti, non so se consapevolmente o inconsapevolmente, complici" dei trafficanti. Il ministro dell'Interno ha ringraziando la Guardia Costiera libica "per aver salvato nell'ultima settimana 2.500 persone". "Bloccare il business dell'immigrazione clandestina - ha proseguito - significa bloccare un intervento dannoso e pericoloso di stranieri che procedono senza rispettare qualsivoglia regola".
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LA VISITA - Il capo del Viminale, questa mattina ha incontrato il suo omologo libico Abdulsalam Ashour. "Il mio impegno - ha scritto su Twitter - sarà massimo per rinsaldare l'amicizia tra i nostri due Paesi e la collaborazione su tutti i fronti, a partire dall'emergenza immigrazione".
Missione #Libia, si parte! pic.twitter.com/HTnLccSZ6A
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 25 giugno 2018
"Nessuno più dell'Italia è impegnato per lo sviluppo e la stabilità della Libia - ha dichiarato Salvini nel colloquio con il collega libico -. La mia visita da vicepremier a Tripoli è una conferma di questo impegno". Quanto all'ipotesi hotspot dell'accoglienza in Italia (proposta dal governo francese), il ministro ha chiarito che "sarebbe un problema per noi e per la Libia stessa perché i flussi della morte non verrebbero interrotti". "Giovedì a Bruxelles proporremo centri di accoglienza e identificazione ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia", ha detto quindi nel corso di una conferenza stampa. E ancora: "Al vertice europeo il governo sosterrà la necessità di proteggere le frontiere esterne al sud della Libia, perchè non siano solo Libia ed Italia a sostenere i costi economici e sociali di questa migrazione".
"Rifiutiamo categoricamente" la proposta circolata in ambito europeo di realizzare "campi per migranti in Libia: non è consentito dalla legge libica", ha detto il vicepresidente libico Ahmed Maiteeq in conferenza stampa congiunta con Salvini. "Nella prima metà di settembre - ha proseguito - terremo una conferenza sull'immigrazione illegale con la visione italiana e libica". "Ci faremo promotori - ha aggiunto da parte sua il titolare del Viminale - in sede europea di tenere questa conferenza in Libia, perché i problemi devono essere affrontati e risolti in Libia non in altre capitali europee".
SOCCORSI IN MARE - Intanto sono circa un migliaio i migranti (tra cui 88 donne e 44 bambini) soccorsi ieri al largo della Libia mentre tentavano di avventurarsi nel Mediterraneo per raggiungere le coste europee. I numeri sono stati diffusi dalla Marina libica. Salvini, che ha ringraziato i libici, ha invece chiesto alle Ong internazionali di rimanere fuori dalle operazioni di soccorso dei migranti nel Mediterraneo e lasciare che la guardia costiera libica svolga il suo compito.
Diverso, ovviamente, il punto di vista delle ong. "Dall'Aquarius abbiamo visto una motovedetta libica pericolosamente sovraccarica tornare in Libia, l'inferno dal quale le persone tentano di fuggire. La Libia non è un porto sicuro", segnala Sos Mediterranée, a cui fa capo la nave Acquarius, via Twitter.
LIFELINE, APPELLO ALLA FRANCIA - Intanto questa mattina la nave Lifeline carica di migranti e in attesa da giorni della possibilità di attraccare, si era rivolta alla Francia per chiederle di accoglierla. "Siamo stati rifiutati da Germania, Olanda, Italia... oggi chiederemo alla Francia", aveva detto Axel Steier, rappresentante dell'Ong Lifeline, alla radio francese RTL. Ma nel tardo pomeriggio la nave ha fatto sapere di non avere intenzione di puntare verso un porto francese nell'immediato. "Inizialmente volevamo andare in direzione della Francia - ha spiegato in seguito Steier, che si trova a Dresda, in Germania, e non a bordo - ma a causa delle condizioni meteo non è possibile attualmente. E noi non volevamo entrare in un porto ma restare nelle acque internazionali". L'opzione Francia "resta possibile, ma non sarà né per oggi, né domani, né dopodomani", ha aggiunto.
LA REPLICA DI PARIGI - In ogni caso l'opzione accoglienza in Francia è destinata a cadere nel vuoto perché il ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, ha detto che spetta all'Italia accogliere i passeggeri della nave. Intervenendo all'emittente France 2, il ministro ha ricordato che, nel rispetto del diritto internazionale, dopo un salvataggio in mare lo sbarco dovrebbe avvenire nel porto sicuro più vicino. Loiseau ha sottolineato che non si deve "sostituire il diritto internazionale dalla legge della giungla", pur insistendo che non si deve lasciare solo Malta e l'Italia. La responsabile francese ha inoltre sottolineato che in questo momento non vi è una crisi migratoria né un picco nell'arrivo di migranti, perché gli arrivi "non sono mai stati così bassi dal 2005", ma ha parlato di "crisi politica perché ci sono populisti che usano questo pretesto per mettere in difficoltà l'Unione europea e che detestano il progetto europeo".
SALVINI CONTRO MACRON - Dalla conferenza stampa in Viminale anche Salvini torna sul caso Lifeline. "Il ministro francese - ha detto - è ignorante, nel senso che ignora la situazione della nave Lifeline che è fuori legge. Nave che, per quanto mi riguarda, va sequestrata con l'equipaggio in stato di fermo. Mi stupisce questa cattiveria dei francesi che a parole sono i più buoni in Europa, sarebbe un bel gesto quello dell'apertura del porto di Marsiglia a questa nave". Salvini ha inoltre attaccato il presidente francese Macron. "Sui ricollocamenti l'Ungheria di Orban è inadempiente per 300 unità - ha detto -, la Francia del buon Macron per 9000 unità. Quindi se Orban è cattivo, Macron è 15 volte più cattivo".
IL SINDACO DI POZZALLO - Un altro appello arriva dal sindaco di Pozzallo a Salvini affinché consenta l'attracco in porto della nave cargo battente bandiera danese 'Alexander Maersk' con 108 migranti. "Non voglio entrare nel merito delle ragioni del ministro - dice Ammatuna - che debbono essere rispettate perché provengono dalla massima autorità per la sicurezza e l'ordine pubblico ma chiedo che soltanto per motivi umanitari si consenta l'attracco nella struttura portuale della nave cargo che non ha le caratteristiche adatte ad ospitare un così alto numero di persone che sono rimaste all'addiaccio sotto la pioggia torrenziale di queste ore". "È l'intera città di Pozzallo che chiede un gesto di umanità nei confronti di chi sta soffrendo - aggiunge - La popolazione di Pozzallo è additata da tutti come modello di accoglienza, è sempre stata e rimane della parte della legalità ma al contempo davanti ai patimenti di tante donne e bambini non riesce a rimanere inerte ed insensibile".