Roma, 10 giugno 2018 - Reazioni contrastanti dopo la scelta di dare una tregua agli arrivi nei porti italiani a fronte della ripresa indiscriminata dei flussi dall'Africa verso l'Europa attraverso il Mediterraneo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la richiesta da parte di Nave Aquarius di sbarcare 630 migranti, tra questi 123 presunti minori non accompagnati oltre a 7 donne in stato interessante. Durissimo il commento di Gino Strada: "Sono sconcertato - dice - nel vedere ancora ministri sbirri e razzisti". Più o meno gli stessi epiteti lanciati dal fondatore di Emergency quando ministro dell’Interno era Minniti, del Pd, che avviò una linea di maggior rigore. Oggi Salvini ha inviato una lettera urgente alle autorità maltesi chiedendo che Nave Aquarius si diriga verso la Valletta, in quanto porto sicuro più vicino. Ma le autorità di Malta ribattono che la crisi non è di loro competenza, e proibiscono l'attracco in porto ai disperati raccolti dalle ong. Luigi Di Maio da parte sua ricalca in parte i commenti di Salvini e dice: finirà la pacchia per qualche coop fittizia. Riferimento ai costi dell’accoglienza e al moltiplicatore dei finanziamenti in atto verso le ong, visto che le organizzazioni del terzo settore percepiscono una quota crescente per ogni nuovo rifugiato preso in carico.
In serata l'appello via Twitter alle istituzioni da parte dell'Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, affinché siano "trovate soluzioni rapide che consentano a migranti e rifugiati dell'Aquarius di essere sbarcati in modo sicuro e rapido. Il rallentamento delle operazioni mette a rischio la salute di centinaia di persone con urgente bisogno di assistenza".
“Salvini e Toninelli chiudono i porti. Lo stesso fa Malta. In questa sfida assurda non so chi vincerà. Ma di certo a perdere sarà la civiltà”. Così su Twitter Matteo Orfini presidente del Pd.Ancora più diretto il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, su Facebook: "Fin qui il nostro Paese ha saputo unire sicurezza e accoglienza. Gli sbarchi si sono ridotti dell'80% dall'anno scorso, non c'è nessuna emergenza ora. L'Italia non va lasciata sola e oggi più che mai non servono drammatici braccio di ferro tra Paesi ma soluzioni coordinate. Chiudere i porti in questo modo può portare solo a gravi rischi umanitari. Il presidente Conte assuma un'iniziativa di fronte a quello che sta accadendo".
”Bene la chiusura dei porti. È necessario far capire che in Italia sul tema immigrazione la musica è cambiata. Malta faccia il suo dovere come primo porto. Non è possibile continuare a porgere l’altra guancia all’Europa dinanzi alle prepotenze ai danni dell’Italia. Salvini avrà il nostro sostegno”. Così, in una nota, Jole Santelli, deputato di Forza Italia.
“Salvini chiude i porti. Poi chiuderà le strade. Poi ci chiuderà in casa. Dopodiché avrà raggiunto il suo obiettivo: un Paese isolato, riportato ai tempi di sua nonna”. Questo il tweet di Laura Boldrini (Leu). Rincara la dose Francesca Chiavacci, confermata alla presidenza dell’Arci: “Il primo atto di questo Governo in materia di immigrazione – scrive – supera ciò che era stato annunciato, dimostrando disprezzo e noncuranza per centinaia di vite umane. Ci auguriamo che nelle prossime ore il Governo riveda questa decisione”.
“Il governo giallo-verde assume sempre più tinte nere. La chiusura dei porti decisa dal Viminale, in polemica con Malta, è una propaganda giocata sulle vite umane, tra cui molti bambini, a urne aperte. Uno spot elettorale. Di fronte a questa barbarie non è possibile restare inerti: vengono stravolti basilari diritti umani”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile. “La svolta - aggiunge Civati – avallata dal ministro delle Infrastrutture Toninelli, conferma la piega del governo sulla gestione dei flussi migratori: una matrice razzista, che di fronte a bambini e centinaia di persone, in cerca di salvezza, pensa solo al proprio tornaconto elettorale”.
La chiusura dei porti italiani alla Nave Aquarius carica di immigrati clandestini è quel gesto di coraggio che tutti ci aspettavamo”. Gianni Alemanno segretario MNS ritiene che questo sia “l’unico modo per fermare l’invasione degli immigrati che da anni investe l’Italia. Tra l’altro con un provvedimento formalmente ineccepibile visto che l’Aquarius in questo momento sta incrociando al largo di Malta, che quindi è il porto di primo sbarco per il salvataggio di naufraghi”. Alemanno dice che “il ricatto del salvataggio di persone usate come scudi umani dai trafficanti di schiavi non può valere per sempre e ogni cedimento su questa linea non rappresenta nient’altro che un incentivo a continuare con gli sbarchi, mettendo in pericolo altre vite umane. Il blocco navale è l’unica strada, anche se dolorosa, per fermare sia l’invasione sia le stragi di migranti in mare”.
“Ma i migranti a bordo della Aquarius non possono essere ostaggio dei dissidi tra Salvini e Malta. Ci vuole elasticità da entrambe le parti e comunque la priorità deve essere il salvataggio di quelle persone”. Lo afferma il senatore del Pd, Edoardo Patriarca. “Aspettiamo la risposta di Malta – conclude l’esponente del terzo settore legato al Pd – ma non è pensabile lasciare in mezzo al mare centinaia di persone”.
“Salvini vuole andare sul sicuro e se la prende con gli immigrati. Noi diciamo: rispetto delle regole per tutti, e per chi non ha le carte in regola rimpatri assistiti con tutte le garanzie”. Questo il giudizio di Antonio Satta, segretario del movimento Unione Popolare Cristiana (Upc).
“Blocco degli sbarchi, controllo alle frontiere, accordi bilaterali, ridiscutere il posizionamento di Malta in seno alle Istituzioni europee, rivedere il Codice Minniti sulle Ong, che non funziona, è evidente. Questa la strada da percorrere". È quanto dichiara sul profilo Facebook il responsabile nazionale immigrazione di Forza Italia. Giorgio Silli.
Dicevamo all’inizio della reazione di Gino Strada: “Sono sconcertato. Ho 70 anni e non pensavo di vedere ministri razzisti o sbirri nel mio Paese. Non hanno considerazione delle vite umane”. Così ha detto il fondatore di Emergency, ospite a Mezz’ora in più, su Rai Tre, riferendosi al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e al precedente Marco Minniti.
Quello dei migranti è stato finora in Italia un "fenomeno incontrollato perché si è fatto business. Vogliamo introdurre una rendicontazione puntuale dei fondi spesi, e forse scopriremo che di soldi ne servivano e ne servono di meno". Lo ha detto Luigi Di Maio, anche lui ospite di Mezz'ora in più su Rai Tre, parlando della questione. .
Dal leader pentastellato anche una precisazione sull'ex ministro Minniti, che aveva ricevuto apprezzamenti durante il suo mandato al Viminale. "Ma era comunque inserito - dice Di Maio - in una compagine politica che non ha saputo gestire il fenomeno migratorio". Inoltre - ha aggiunto - si tratta di "risolvere il problema dello sfruttamento dei lavoratori stranieri, oltre che di quelli italiani, sfruttamento spesso figlio di una gestione incontrollata dell'immigrazione in Italia".