Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Migranti, naufragio in Libia: 100 dispersi, annegati 3 bimbi

Salvate 16 persone. Salvini: "Porti chiusi alle ong anche per rifornirsi"

I migranti sopravvissuti dal naufragio in Libia (Lapresse)

Roma, 29 giugno 2018 - Mentre l'Europa ha trovato un accordo sulla crisi dei migranti, prosegue il dramma nel Mediterraneo. Circa cento persone sono disperse in un naufragio al largo della Libia. "Fonti libiche: naufragio di un'imbarcazione a est di Tripoli che trasportava circa 100 migranti", fa sapere via Twitter l'emittente Sky News Arabiya. Poco dopo arriva la conferma della marina libica: il portavoce Ayob Amr Ghasem ha spiegato che ci sono "circa 100" migranti sono "dati per dispersi" nel naufragio di un "gommone" avvenuto "ad est di Tripoli". Sull'imbarcazione c'erano circa centoventi persone, sedici sono state tratte in salvo. Tra i dispersi vi sono almeno due neonati e tre bambini sotto i 12 anni di età. I sopravvissuti hanno raccontato che il gommone è affondato prima dell'alba, dopo la partenza da Garaboulli, a est di Tripoli, e che  il motore aveva preso fuoco. A bordo dell'imbarcazione, individuata dalla guardia costiera libica si trovavano anche famiglie marocchine e yemenite. 

Per il momento sono stati recuperati i corpi di tre bambini, riferisce il sito Alwasat precisando che il gommone è affondato a sei chilometri dalla costa. I sorpavvissuti sono stati portati in una località 25 km a est della capitale.

"Rattristati dalla morte di 100 vite umane al largo delle coste della Libia, a Tajoura. Trenta donne e 70 uomini sono morti dopo aver nuotato per un'ora prima che arrivassero i soccorsi", ha scritto in un tweet l'Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati. "Le squadre dell'Unhcr hanno assistito 16 sopravvissuti dopo lo sbarco con aiuti medici e umanitari", si legge ancora nel tweet.

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OPEN ARMS: BARCONE IN DIFFICOLTA' - Dalla nave Ong Open Arms arriva l'avviso di un altra situazione di pericolo. L'organizzazione umanitaria fa sapere di aver avvistato un barcone in difficoltà con a bordo 150 migranti davanti alle coste di Al Khums, tra Tripoli e Misurata. Il barcone, scrive la gironalista di "Eldiario" Gabriela Sanchez, a bordo della nave umanitaria, si trova a un'ottantina di miglia dal punto in cui naviga Open Arms, ma l'Ong non può raggiungerla in quando non ha abbastanza carburante. Il barcone sarebbe stato individuato da un aereo militare, che ha segnalato la posizione a tutte le navi in zona. Opens Arms ha contattato la centrale operativa della Guardia Costiera italiana che - sostiene la Ong - ha comunicato che la Libia ha assunto il coordinamento dei soccorsi.

SALVINI E LE ONG - Da parte del governo italiano resta la linea dura nei confronti delle Ong. Il ministro dell'Inetrno Matteo Salvini ribadisce: "Porti chiusi" per tutta l'estate alle navi umanitarie. "Vedranno l'Italia solo in cartolina - dice -, e l'Italia non sarà sola a comportarsi così. Ma continueremo a salvare tutti quelli che sono da salvare, con gli Stati che faranno gli Stati. E non saremo più soli". Il ministro ha chiarito inoltre: "Ho sentito il ministro delle Infrastrutture, anche noi emaneremo una circolare che chiude i porti non solo allo sbarco ma anche alle attività di rifornimento alle navi Ong, che sono indesiderate in Italia". Salvini ha aggiunto: "Le navi straniere finanziate in maniera occulta da potenze straniere in Italia non toccano terra". 

LIFELINE - Intanto è iniziato a Malta il secondo giorno di interrogatorio per il comandante della Lifeline, il tedesco Carl Peter Reisch, che stamani è stato convocato e poco dopo le 9,30 si è presentato nel quartiere generale della polizia maltese a Floriana. Reisch è indagato sia per aver disobbedito agli ordini della Guardia costiera italiana sia sia per le irregolarità emerse nella registrazione della nave. "Il comandante è stato riconvocato stamattina e sta rispondendo a tutte le domande - ha detto ai giornalisti presenti il portavoce della Ong tedesca, Axel Steier - Noi siamo convinti di aver rispettato tutte le disposizioni di legge". Steier, dopo aver precisato che il comandante "non è stato arrestato" e che la Ong "non ha pagato alcuna cauzione", ha anche confermato che lunedì mattina alle 9 Steier sarà presente in Tribunale alla Valletta per la prima udienza preliminare. Proprio ieri Malta, dove mercoledì ha attraccato la Lifeline dopo un'odissea di giorni in mare, ha annunciato la chiusura dei porti alle Ong