Palermo, 7 ottobre 2019 - Una strage che cresce di ora in ora in dimensione. Il naufragio di migranti al largo di Lampedusa, dove un barcone si è ribaltato nella notte, ha causato un numero ancora non meglio precisato di morti. Sono in tutto 13 i corpi recuperati. E sono tutti di donne. Si temono ancora una decina di dispersi. Tra questi ci sarebbero anche diversi bambini, forse otto, secondo quanto raccontato dai sopravvissuti ai soccorritori. Tra loro, anche una bimba di 8 mesi con la sua mamma. Lo ha raccontato una delle soperstiti, sorella della donna, che chiede in continuazioni notizie sui dispersi. Le operazioni di recupero dei corpi procedono con difficoltà, dal momento che i cadaveri si troverebbero a 50 metri di profondità. A bordo del barchino in legno c'erano in maggioranza tunisini e subsahariani. Ventidue, invece, i migranti tratti in salvo in un'operazione di soccorso coordinata dalla Capitaneria di porto di Palermo.
Procura apre inchiesta
"A bordo erano tutti senza salvagente, se lo avessero avuto ora sarebbero tutti salvi", ha dichiarato il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, a cui è stato affidato il compito di coordinare l'inchiesta per naufragio, al momento contro ignoti. Le ipotesi di reato sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte per conseguenza di altro reato. "I superstiti sono tutti in stato di choc - ha spiegato ancora il magistrato ai cronisti -. Da una prima ricostruzione, la traversata è partita dalla Libia, con una sosta in Tunisia. E' strano che siano partiti con queste condizioni di mare grosso, non era certamente l'ideale". "Sono stati molto bravi gli equipaggi intervenuti, soprattutto la prima motovedetta della Guardia Costiera. La maggiorparte delle persone sono state salvate per il coraggio degli uomini a bordo", ha aggiunto.
Il naufragio a Lampedusa
Nella tarda serata di ieri la Centrale operativa della Guardia costiera di Roma ha ricevuto diverse segnalazioni dal Cur di Palermo riguardanti un barchino con circa 50 migranti vicino Lampedusa. Sotto il coordinamento della Guardia costiera di Palermo, sono state cosi avviate le attività di ricerca in mare con l'impiego di una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa e di un'unità della Guardia di finanza che si trovava già in zona in attività di pattugliamento.
Intorno a mezzanotte la motovedetta ha avvistato a 6 miglia dall'isola il barchino sovraccarico e già sbandato e dopo qualche minuto è giunta anche l'unità della Guardia di finanza. Per procedere alle operazioni di trasbordo le unità navali si sono avvicinate al barchino, ma le condizioni del mare avverse e lo spostamento repentino dei migranti hanno provocato il ribaltamento del barcone. L'immediato intervento delle motovedette e l'impiego del soccorritore marittimo della Guardia costiera ha consentito di trarre in salvo 22 dei migranti caduti in mare.
Le reazioni
"Basta stragi del mare. Basta raccogliere morti che galleggiano", è il grido del sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, dopo l'ennesimo naufragio. "Non possiamo continuare ad assistere allo sbarco di cadaveri di povere persone che inseguono il sogno di migliorare la propria vita. La politica agisca", chiede a gran voce Martello.
"Questa notte è stato un disastro a Lampedusa. C'erano addirittura gli elicotteri con le entrate e le uscite della Guardia Costiera, Marina Militare, con decine di migranti arrivati e altre decine in arrivo", commenta il leader della Lega Matteo Salvini. "Non si può andare avanti così", aggiunge. E ancora: "Il governo italiano in un mese ha vanificato il lavoro di un anno e mezzo e gli scafisti sono gli unici che stanno festeggiando. Spero che a Roma qualcuno si renda conto del disastro di aver triplicato gli sbarchi".