Roma, 23 novembre 2019 - Ennesimo naufragio di migranti. A meno di un miglio da Lampedusa un barcone si è ribaltato. Le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno tratto in salvo finora 149 migranti. Il naufragio è avvenuto a circa un miglio dalla costa, tra la spiaggia dell'isola dei conigli e Cala Galera. La speranza è che in mare non ci sia più nessuno, ma i sopravvissuti dicono di essere partiti in 169, quindi - se il numero fosse vero - all'appello mancano venti persone. Al porto, dove sono stati trasportati i naufraghi, ci sono due uomini (un eritreo e un libico) disperati perché le loro mogli non sono mai arrivate sulla terraferma. Le motovedette continuano le ricerche con raffiche di Libeccio fino a 23 nodi e onde alte, nel buio pesto della sera, coadiuvate da un aereo che perlustra l'area e dalle forze dell'ordine che ispezionano la costa nell'ipotesi che qualcuno possa aver raggiunto l'isola a nuoto.
Migranti, 7 cadaveri recuperati dopo il naufragio
Messina porto sicuro per Ocean Viking
Intanto Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla Commissione europea l'attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti a bordo della Ocean Viking. E' la prima volta che accade: l'intervento europeo viene sollecitato da tutti i Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. E' un passo significativo in vista di una gestione realmente solidale dei flussi migratori che interessano la rotta mediterranea. Sulla scorta di tale richiesta è stato individuato in Messina il porto di sbarco.
Chi invece non ha ancora un porto sicuro è la Open Arms. "Onde di oltre 4 metri previste in poche ore nel #Med. Continuiamo senza un porto sicuro dove far sbarcare le 73 persone che sono a bordo e senza autorizzazione per ripararci dal temporale. Questa è l'Europa oggi", scrive infatti la ong su Twitter.