Mercoledì 17 Luglio 2024
BEPPE BONI
Cronaca

Ignazio Schintu, alla guida dell’hotspot: "Lampedusa allo stremo, possiamo reggere ancora per poco"

Il direttore delle operazioni d’emergenza della Croce Rossa: “Bisognerebbe fermare le partenze. Lavoriamo senza sosta, ma nessuno ha dormito all’aperto"

Roma, 15 settembre 2023 – Nell’inferno di Lampedusa, porta d’ingresso dell’Europa per i migranti in fuga dall’Africa, ci sono uomini e donne nella prima linea dell’accoglienza che non sanno più cosa sia l turno di riposo. Tutti in servizio permanente effettivo, praticamente 24 ore su 24. Uno di questi è Ignazio Schintu, direttore operazioni emergenze e soccorsi della Croce Rossa, che gestisce l’hotspot dell’isola.

Ignazio Schintu
Ignazio Schintu

Siete al collasso?

"Quasi, l’hotspot è concepito per 400 ospiti, ma quando come due giorni fa si arriva a oltre 7mila la gestione della marea umana diventa un’impresa. Non si può andare avanti così".

Perché la tensione si è alzata tanto da costringere la polizia a intervenire?

"Fino a 4mila persone la situazione è gestibile, ma quando il numero raddoppia è quasi impossibile. In mezzo a tanti disperati ci sono anche teste calde. La ressa si è creata fra chi temeva di rimanere senza cibo e fra chi voleva salire fra i primi sui bus per i trasferimenti".

C’era gente stesa a terra.

"In serata abbiamo sistemato tutti sulle brandine, ma per sfamarle, consegnare loro un kit di vestiario e alloggiarle serve tempo. Nessuno alla fine ha dormito all’addiaccio".

Come si sfamano tante perso ne?

"Siamo in grado di preparare oltre 8mila pasti al giorno. Cuciniamo 400 chili di carne e consegniamo 300 chili di pane oltre aaltro cibo. Qui la Cri gestisce un centro logistico per lo stoccaggio di alimenti e vestiario. Il cibo fresco, come il pane, lo acquistiamo sull’isola".

Come gestite smistamento e trasferimenti?

"Diamo la precedenza a famiglie, donne e minori soli. Ma non tutti gli adulti, gente assetata e affamata, comprendono il sistema e a volte esplode la rabbia".

I minori non accompagnati sono un problema nel problema.

"Certo, gli arrivi soprattutto da Sfax in Tunisia sono in preoccupante aumento. Si tratta di ragazzini fra i 13 e i 16 anni, su alcuni barchini sono quasi in maggioranza. In agosto hanno costituito il 15% del totale".

A chi si affidano sulle barche?

"Si riuniscono fra amici, quelli soli sono affidati a conoscenti o parenti".

Fino a quando Lampedusa può reggere questa pressione?

"Ci vuole la sfera di cristallo per saperlo. La situazione in futuro non migliorerà, temo che gli sbarchi aumenteranno".

Come è organizzato l’hotspot per affrontare la valanga di arrivi?

"Il centro nasce per 400 posti, ma può arrivare a 700. Quando gli ospiti diventano migliaia vengono allestiti gazebo esterni con brandine per dormire. Ma con 4 o 7 mila si può resistere circa 72 ore, dopo anche la convivenza fra individui di diversa provenienza diventa difficile".

La media giornaliera delle presenze fino ad oggi?

"Circa 2mila unità, mentre a fino a giugno era di 800. E da giugno a oggi abbiamo registrato oltre 50mila arrivi sui circa 100mila da inizio anno".

Come si può rimediare?

"Bisognerebbe frenare le partenze, ma non sta a me dire come. Il problema è l’Europa che lascia soli, mentre Francia e Germania bloccano gli ingressi. Sono molto amareggiato per non dire altro".

I trasferimenti funzionano?

"Il sistema è valido, il governo sta facendo un buon lavoro che negli ultimi vent’anni non si è mai visto. Se i trasferimenti, come ha sottolineato anche il sindaco Mannino, sono continui qui ce la caviamo. Mercoledì sono partiti in 1600, oggi (giovedì, ndr ) 3600, venerdì altri 2500".

Intanto scende la notte e forse altri barchini carichi di ombre si avvicinano.