Mercoledì 16 Ottobre 2024

I primi 16 migranti arrivati in Albania. Olanda: interessati al modello di accordo Roma-Tirana

La nave Libra attraccata al porto di Shengjin. In giornata il trasferimento a Gjader dove sono stati allestiti un centro di accoglienza, un Cpr e un penitenziario con 20 posti. Atene: “Serve una soluzione europea”. Piantedosi: “Von der Leyen conferma il valore del progetto”. Vertice Ue: stallo fra i 27 Paesi europei

Roma, 16 ottobre 2024 - La nave Libra della Marina Militare è attraccata al porto di Shengjin, in Albania, con i primi 16 migranti, accompagnati poi nei centri gestiti dall'Italia: si tratta di 10 egiziani e sei bengalesi, soccorsi lo scorso 13 ottobre a bordo di due imbarcazioni di fortuna, la prima partita da Sabratha, la secondo da Zuara, entrambe località della Tripolitania. 

A gruppi di 4, i 16 immigrati hanno percorso a piedi le poche decine di metri che separano la banchina dall'ingresso dell'hotspot allestito all'interno del porto

I 16 migranti sono rimasti a bordo della nave per poco più di 90 minuti, prima di scendere accompagnati dal personale italiano che li ha scortati all'hotspot, dove si sono subito sottoposti ai controlli sanitari. Dopo i controlli sanitari nella struttura, che è di giurisdizione italiana, sono state avviate le procedure per la loro identificazione.

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I migranti arrivati a Shengjin in Albania

In giornata, i migranti saranno trasferiti a Gjader, a poche decine di chilometri dal porto, nell'altro sito a giurisdizione italiana, dove sono stati allestiti un centro di accoglienza per richiedenti asilo che al momento ha una capacità di 400 persone, un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) con poche decine di posti che ospiterà le persone destinate all'espulsione ed un penitenziario con 20 posti. I 16 migranti, i primi sottoposti alle procedure accelerate di frontiera in un Paese terzo, resteranno nel centro in attesa dell'esito delle loro domande di asilo.

La gestione dei migranti messa in piedi da Italia e Albania ha ricevuto il plauso dell’Olanda. “Credo che le politiche italiane” sui migranti “siano in linea con quanto concordato dai leader Ue diversi anni fa. Non intendiamo unirci all'accordo specifico Italia-Albania ma lo guardiamo con grande interesse perché anche noi vogliamo esplorare nuove idee e possibilità di nuovi luoghi per controllare i flussi migratori”, ha detto il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp al termine del suo incontro con Antonio Tajani alla Farnesina. “L'Italia svolge tutto questo nel quadro del diritto europeo e all'interno della convenzione dei diritti umani. Abbiamo bisogno di innovare e pensare fuori dagli schemi”, ha aggiunto. 

La Grecia vuole favorire "una soluzione europea” perché “gli accordi bilaterali non ci porteranno da nessuna parte”, ha dichiarato invece il ministro greco per le Migrazioni e l'Asilo. “Nessuno può affrontare il problema da solo”, ha detto Nikos Panagiotopoulos al canale televisivo Skai, aggiungendo: “Per questo motivo il primo ministro (Kyriakos Mitsotakis) parlerà di una soluzione europea” alla politica migratoria al vertice europeo di giovedì e venerdì. 

Piantedosi

Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Interno Piantedosi, rispondendo al question time della Camera. "Sul protocollo sottoscritto con l'Albania, l'attenzione riservata al progetto da 15 Paesi europei e dalla stessa Unione Europea è la maggiore riprova del valore, sperimentale e innovativo, di un'iniziativa che si prefigge di contrastare l'immigrazione illegale senza incidere sulle garanzie dei diritti fondamentali delle persone. La lettera della presidente von der Leyen indirizzata ai capi di Stato e di Governo in vista del prossimo Consiglio Europeo, ne costituisce ulteriore conferma”. 

Vertice Ue: stallo tra i 27 Paesi europei

A meno di un giorno dal summit Ue permane, a quanto si apprende da diverse fonti diplomatiche europee, lo stallo sulla migrazione nelle conclusioni finali. L'attuale testo, sul quale c'è un assenso dell'Italia, per alcuni Paesi membri non è ritenuto idoneo. Un gruppo di capitali nordiche, tra cui Berlino, punta alla richiesta di anticipare l'attuazione di alcuni capitoli del Patto sulla migrazione - la cui entrata in vigore è nel maggio del 2026 - inclusa l'applicazione delle regole di Dublino sui movimenti secondari. Altri Paesi, come la Polonia, vogliono una discussione meramente strategica, da non inserire nelle conclusioni.