Lunedì 25 Novembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Migranti in Albania, come funziona. Primo approdo sulle coste di Tirana per 39mila profughi all’anno. Poi Roma li identificherà

I dettagli dell’accordo siglato ieri non prevedono un corrispettivo economico Ma Roma rimborserà le spese sostenute per la sicurezza dei due siti

Roma, 6 novembre 2023 – Una giurisdizione italiana per due strutture albanesi che accoglieranno i migranti salvati nel Mar Mediterraneo da navi della Marina e della Guardia di Finanza. Il protocollo d’intesa tra Italia e Albania sulla gestione dei flussi migratori firmato a Palazzo Chigi prevede che l’Italia si occupi delle procedure di sbarco e identificazione nel porto di Shenjing a nord di Durazzo, mentre nell’area di Gjadër tra le città di Lezha e Scutari realizzerà una struttura simile a un Centro di Permanenza e di Rimpatrio (Cpr). Il protocollo non si applica a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. E alle navi delle Organizzazioni Non Governative (Ong), che quindi continueranno a ricevere le indicazioni di porto sicuro per lo sbarco in Italia.

Migranti in Albania, come funziona
Migranti in Albania, come funziona

L’intesa

Le strutture realizzate dall’Italia in Albania non potranno accogliere più di 3 mila persone contemporaneamente. Le eventuali domande di asilo politico dovrebbero essere gestite entro 28 giorni. Quindi la previsione è di farne transitare fino a 39 mila in un anno. Il Cpr sarà operativo entro la primavera del 2024. Alle forze di polizia albanesi è demandata la sicurezza e la sorveglianza interna delle strutture. Al protocollo d’intesa firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama dovranno seguire i provvedimenti normativi conseguenti e le attività necessarie a predisporre le strutture in territorio albanese, oltre alle coperture finanziarie per l’operatività. I ministeri italiani competenti sono Interni, Giustizia e Salute. La giurisdizione italiana nei due centri per migranti in Albania è assicurata dal protocollo. La Commissione Europea è stata già allertata da qualche mese, in conformità al diritto internazionale ed europeo.

La procedura

Palazzo Chigi ha fatto sapere che l’accordo tra Italia e Albania non prevede alcuna compensazione economica. Ma Roma dovrà rimborsare i costi che Tirana sosterrà per l’impiego delle forze di polizia e per eventuali ricorsi e ricoveri. Secondo questa prospettiva, una volta edificato il Cpr e altre strutture eventualmente utili le navi della Guardia di Finanza e della Marina che effettuano salvataggi in mare potranno portare i naufraghi nel porto di Shenjing, il più a nord dell’Albania. Da lì saranno trasferiti, sempre a spese dell’Italia, nel nord ovest del paese a Gjadër, che dista poco più di venti chilometri e si raggiunge in auto in circa mezz’ora. La cittadina, che fa parte della municipalità di Alessio, è nota perché ha ospitato una base aerea militare durante la Guerra Fredda.

I costi

A quel punto il migrante potrà fare richiesta di asilo. Le procedure di trattazione delle domande di asilo e di rimpatrio sono quelle previste dalla legge italiana ed europea. Non ci sono deroghe nelle garanzie (inclusa la possibilità di presentare ricorsi). A Palazzo Chigi il costo per ogni migrante viene stimato in mille euro al mese. In totale fa una spesa per l’intero Cpr pari a 468mila euro annui. A cui si devono aggiungere le spese per l’edificazione della struttura e quelle per i rimborsi alla polizia albanese.