Roma, 6 novembre 2023 – Una giurisdizione italiana per due strutture albanesi che accoglieranno i migranti salvati nel Mar Mediterraneo da navi della Marina e della Guardia di Finanza. Il protocollo d’intesa tra Italia e Albania sulla gestione dei flussi migratori firmato a Palazzo Chigi prevede che l’Italia si occupi delle procedure di sbarco e identificazione nel porto di Shenjing a nord di Durazzo, mentre nell’area di Gjadër tra le città di Lezha e Scutari realizzerà una struttura simile a un Centro di Permanenza e di Rimpatrio (Cpr). Il protocollo non si applica a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. E alle navi delle Organizzazioni Non Governative (Ong), che quindi continueranno a ricevere le indicazioni di porto sicuro per lo sbarco in Italia.
L’intesa
Le strutture realizzate dall’Italia in Albania non potranno accogliere più di 3 mila persone contemporaneamente. Le eventuali domande di asilo politico dovrebbero essere gestite entro 28 giorni. Quindi la previsione è di farne transitare fino a 39 mila in un anno. Il Cpr sarà operativo entro la primavera del 2024. Alle forze di polizia albanesi è demandata la sicurezza e la sorveglianza interna delle strutture. Al protocollo d’intesa firmato da Giorgia Meloni ed Edi Rama dovranno seguire i provvedimenti normativi conseguenti e le attività necessarie a predisporre le strutture in territorio albanese, oltre alle coperture finanziarie per l’operatività. I ministeri italiani competenti sono Interni, Giustizia e Salute. La giurisdizione italiana nei due centri per migranti in Albania è assicurata dal protocollo. La Commissione Europea è stata già allertata da qualche mese, in conformità al diritto internazionale ed europeo.
La procedura
Palazzo Chigi ha fatto sapere che l’accordo tra Italia e Albania non prevede alcuna compensazione economica. Ma Roma dovrà rimborsare i costi che Tirana sosterrà per l’impiego delle forze di polizia e per eventuali ricorsi e ricoveri. Secondo questa prospettiva, una volta edificato il Cpr e altre strutture eventualmente utili le navi della Guardia di Finanza e della Marina che effettuano salvataggi in mare potranno portare i naufraghi nel porto di Shenjing, il più a nord dell’Albania. Da lì saranno trasferiti, sempre a spese dell’Italia, nel nord ovest del paese a Gjadër, che dista poco più di venti chilometri e si raggiunge in auto in circa mezz’ora. La cittadina, che fa parte della municipalità di Alessio, è nota perché ha ospitato una base aerea militare durante la Guerra Fredda.
I costi
A quel punto il migrante potrà fare richiesta di asilo. Le procedure di trattazione delle domande di asilo e di rimpatrio sono quelle previste dalla legge italiana ed europea. Non ci sono deroghe nelle garanzie (inclusa la possibilità di presentare ricorsi). A Palazzo Chigi il costo per ogni migrante viene stimato in mille euro al mese. In totale fa una spesa per l’intero Cpr pari a 468mila euro annui. A cui si devono aggiungere le spese per l’edificazione della struttura e quelle per i rimborsi alla polizia albanese.