Roma, 22 settembre 2023 - Nuova mossa del Governo sulla questione migranti: serviranno quasi 5mila euro a un richiedente asilo come alternativa, per evitare di restare nel Centro per rimpatri fino all’esito del suo ricorso contro il rigetto della domanda.
La garanzia finanziaria viene fissata da un decreto del ministero dell'Interno pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale: indica l’importo in 4.938 euro, per la precisione. Una cifra necessaria per garantire al migrante, per il periodo massimo di trattenimento (4 settimane), “la disponibilità di un alloggio adeguato sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio e di mezzi di sussistenza minimi”.
La disposizione si applica a chi è nelle condizioni di essere trattenuto durante lo svolgimento della procedura alla frontiera e proviene da un Paese sicuro. Allo straniero, si legge, “è dato immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria”.
Dura la reazione del Pd. La segretaria Elly Schlein definisce la misura “l'ultima crudeltà” del governo “forte coi deboli e debole coi forti”. Un provvedimento, quello dei 5mila euro, che “cozza contro il diritto internazionale”.
Il dettaglio della norma
La normativa già in vigore prevede che i migranti vengano trattenuti durante lo svolgimento della procedura in frontiera “al solo scopo di accertare il diritto ad entrare nel territorio dello Stato”, per i richiedenti asilo in una serie di casi.
Il decreto - firmato, oltre che dal ministro Matteo Piantedosi, anche dai titolari di Giustizia (Carlo Nordio) ed Economia (Giancarlo Giorgetti) - richiama inoltre la direttiv del ministro dell'Interno dell'1 marzo 2000, in cui si dispone che "lo straniero, ai fini dell'ingresso sul territorio nazionale, indichi l'esistenza di idoneo alloggio nel territorio nazionale, la disponibilità della somma occorrente per il rimpatrio, nonché comprovi la disponibilità dei mezzi di sussistenza minimi necessari, a persona”.
La misura della garanzia finanziaria si applica al richiedente asilo che è stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli e a chi proviene da un Paese sicuro "fino alla decisione dell'istanza di sospensione”.
La garanzia deve essere versata "in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi”. Dovrà inoltre essere prestata “entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”. Nel caso in cui lo straniero “si allontani indebitamente - prosegue il testo - il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all'escussione della stessa”.
Incontro Bonaccini-Piantedosi
Al centro dell’agone politico c’è da settimane il nodo dei nuovi Centri di permanenza per i rimpatri. Sul tema migranti oggi a Bologna si è tenuto un vertice in Prefettura con il ministro dell’Interno Piantedosi, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e i sindaci coinvolti. Il governatore è stato sin da subito uno dei principali sostenitori della linea dura anti Cpr (“Non serviranno per l’accoglienza, il Governo chieda scusa per come sta gestendo l’esodo”).
Secondo Piantedosi, tuttavia, l’incontro di oggi si è rivelato “proficuo e costruttivo”, anche “se non privo di punti dialettici importanti”. Il ministro ha aggiunto: “Ci siamo ripromessi che su alcuni punti importanti, oggetto di chiarimento sui metodi da condividere tra Stato Regioni e Comuni, venga istituito un tavolo di confronto permanente in prefettura a Bologna valido per tutta la Regione con la partecipazione del commissario per l'immigrazione Valenti. Vogliamo creare un metodo emiliano-romagnolo condiviso con i Comuni e la Regione”. Bonaccini dal canto suo ha accolto positivamente l’istituzione di un tavolo permanente “come chiedevo da tempo”. Presto ci sarà un incontro tra ministero e Conferenza delle Regioni. “Abbiamo bisogno di capire cosa sta succedendo e come si vuole procedere”, ha detto il governatore emiliano-romagnolo.
Anche Zaia boccia i Cpr
Sempre oggi, due voci autorevoli e trasversali hanno espresso perplessità sui Cpr. “Non ho mai detto di essere contrario a rimpatri motivati, ma se la storia recente insegna qualcosa è che il numero di rimpatri che si possono fare è limitato - le parle del sindaco di Milano, Beppe Sala, in risposta a una domanda sul tema - Servono accordi bilaterali che non ci sono”.
Secondo il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Il Cpr non risolve il problema degli arrivi, questo lo dobbiamo dire per essere corretti nei confronti dei cittadini”, ha detto a Verona. Anche perché va considerato “che quest'anno avremo più o meno 140-150mila persone che dovranno essere rimpatriate, e si consideri che mediamente ogni anno l'Italia riesce a far rimpatriare dalle 3.500 alle 4.000 persone, quando va bene”. Zaia ha poi ribadito di non aver avuto comunicazioni sull'allestimento di un
Cpr il regione. “Stiamo affrontando il mare pensando di svuotarlo con un secchio”, ha concluso, prima di lanciare un affondo sull’Europa: “Oggi è totalmente assente”.
Monito della Germania
Nel frattempo, la Germania ha lanciato un duro monito nei confronti dell’Italia: “Rispetti la Convenzione di Dublino o non accoglieremo più profughi”, ha dichiarato il ministro dell'Interno tedesco, Nancy Faeser. Berlino è pronta a finanziare, in autonomia due progetti sui migranti: uno ‘a terra' in Italia e uno via mare per una ong che opera salvataggi.