Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Migrante ucciso, c'è un indagato per l'omicidio di Soumalia

Difendeva i braccianti sfruttati nella piana di Gioia Tauro

Un momento del sit-in di protesta a Napoli per l'uccisione di un migrante (Ansa)

Un momento del sit-in di protesta a Napoli per l'uccisione di un migrante (Ansa)

Vibo Valentia, 5 giugno 2018 - Una persona è indagata per l'omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne del Mali ucciso a colpi di fucile sabato sera a San Calogero. I carabinieri della Compagnia di Tropea e della Stazione di San Calogero, hanno notificato nel pomeriggio un "avviso di persona indagata" a un 43enne calabrese, e la contestuale "notifica di accertamenti tecnici non ripetibili" in relazione all'omicidio. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che coordina le indagini. 

L'uomo è stato sottoposto allo stub, l'esame per accertare la presenza di residui da sparo sulle mani e sui vestiti ("l'accertamento tecnico non ripetibile"). Si attendono gli esiti che potrebbero determinare il proseguo delle indagini. Se dovesse risultare positivo, infatti, nei confronti dell'uomo scatterebbe l'arresto. Sulla sua identità, c'è il massimo riserbo: si sa solo che è un italiano di 43 anni che abita a San Calogero. E' il nipote di uno dei soci della società proprietaria della ex fornace in cui è avvenuto il delitto. All'indagato, assistito dall'avv. Franco Muzzopappa, gli investigatori sono risaliti quasi subito. Infatti grazie alla testimonianza dei due feriti, poco dopo il delitto all'uomo sono stati sequestrati l'auto Fiat Panda bianca, descritta dai due cittadini del Mali, ed i vestiti. Gli inquirenti escludono il movente razziale.

LE INDAGINI - Secondo i rilievi dei carabinieri il killer ha sparato i quattro colpi di fucile da una settantina di metri contro Soumalia e gli altri due, rimasti feriti. L'aggressore era già sul posto quando la vittima è arrivata nella fabbrica dismessa di San Calogero insieme ai due connazionali. Tra le ipotesi degli inquirenti portano alla criminalità organizzata: il maliano potrebbe aver pagato una "invasione di campo" commessa quando, insieme agli altri due migranti, ha tentato di portar via delle lamiere da quella fabbrica dismessa. I tre migranti, tutti con regolare permesso di soggiorno, stavano raccogliendo materiale nell'area dell'ex fornace 'La Tranquilla' del centro del Vibonese, quando un uomo è sceso da una Fiat Panda premendo quattro volte il grilletto di un fucile. La fabbrica è sotto sequestro da dieci anni per cui non esiste nessun proprietario che possa lamentare il furto del materiale abbandonato.

LE PROTESTE - In questi giorni è esplosa la rabbia nella baraccopoli di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, dove viveva Soumaila Sacko. Nel centro della piana che ospita centinaia di migranti che lavorano nelle aziende agricole della zona ieri notte sono stati incendiati copertoni e rifiuti. Il sindacato autonomo Usb, di cui Soumaila era attivista, ha fatto scattare questa mattina lo sciopero dei braccianti.