Martedì 11 Febbraio 2025
Alessandro Malpelo
Cronaca

Sclerosi multipla, mielina sotto i riflettori

Al via Affinity, lo studio clinico di fase II su opicinumab, molecola che interviene sui processi di riparazione della guaina dei nervi lesionati

Fibre nervose e mielina (rendering)

Parigi, 26 ottobre 2017 - Uno dei filoni di indagine più interessanti sulla sclerosi multipla sono le ricerche per promuovere i processi di riparazione del danno, detti anche rimielinizzazione. Sotto i riflettori la guaina dei nervi, la mielina.

Ai farmaci che frenano, a vari livelli, la frequenza e il grado delle crisi, si potrebbero affiancare molecole in grado di influenzare i meccanismi bloccati della riparazione. In questo senso ci sono fondate aspettative verso uno studio clinico di Fase II detto AFFINITY su una nuova molecola sperimentale, opicinumab, come terapia aggiuntiva nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante.

Si tratta di un anticorpo monoclonale umano mirato contro una particolare proteina, lingo1, il capofila di questa categoria di molecole dette anti lingo-1 è appunto opicinumab. Attualmente opicinumab è in sperimentazione per valutare proprio il suo potenziale nel miglioramento della disabilità pregressa nei pazienti. Lo studio nasce in seguito alla revisione completa dei dati del precedente studio di Fase II SYNERGY, che ha identificato una specifica popolazione di pazienti con maggiori probabilità di risposta al trattamento.

Questi dati saranno presentati in occasione del settimo Congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca nella Sclerosi Multipla (ECTRIMS) e del suo omologo americano, in corso a Parigi.

La revisione completa dei dati dello studio SYNERGY ha portato come dicevamo all’individuazione di una specifica popolazione di pazienti che merita ulteriori indagini sul trattamento con opicinumab.

I primi dati hanno mostrato che l'effetto clinico di opicinumab è migliore rispetto al placebo nei pazienti che soffrivano della malattia da minor tempo e nei quali la risonanza magnetica mostrava determinate caratteristiche cerebrali. I dati di SINERGY, ha dichiarato Michael Ehlers, executive vice president, Research & Development di Biogen, «ci forniscono evidenze interessanti sul possibile effetto terapeutico di opicinumab in determinate categorie di pazienti». (...) segue