Avetrana (Taranto), 2 febbraio 2024 - Michele Misseri, 70 anni, “lo Zio” del delitto di Avetrana (Taranto), a giorni sarà un uomo libero. Ha finito di scontare la sua condanna a 8 anni nel carcere di Lecce per soppressione di cadavere. Anche se, conferma il suo avvocato Luca La Tanza, l’uomo ha sempre continuato a dichiararsi colpevole, a ripetere di aver ucciso la nipote 15enne Sarah Scazzi.
Per quell’omicidio, consumato nell’agosto del 2010 - uno dei più discussi in Italia - stanno scontando l’ergastolo la moglie Cosima e la figlia Sabrina.
Avvocato La Tanza, il suo cliente torna a vivere nella casa del delitto.
“È una persona sola, è l’unica casa che ha. Non so se alla lunga avrà la forza e la capacità di potersi trasferire. Al momento l’unico posto dove andare è quello”.
Lo “Zio” tornerà nel paese dove vivono anche i familiari di Sarah. Che quindi potranno incontrare per strada l’uomo che ha continuato a ripetere di aver ucciso la nipote.
“Avetrana non è un paese piccolo, la possibilità di incontrarsi c’è ma non è sicura”
Quale reazione si aspetta dalla gente?
“Ci sono personaggi che hanno mostrato una certa antipatia, chiamiamola così, verso Michele Misseri. E questo qualche timore me lo dà. Starà a lui valutare se rimanere lì o andare altrove”.
Michele Misseri continua a dichiararsi colpevole?
“Sì, è così. Ma c’è una realtà processuale. Molto spesso realtà processuale e fattuale non coincidono. Se dall’altra parte, con il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, i miei colleghi riusciranno a ottenere qualcosa… Vedremo”.
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Che uomo è oggi Misseri?
“Fisicamente sta bene. In carcere ha lavorato, ha seguito corsi di pittura e falegnameria. Certo, questo è un passaggio particolare. Dopo sette anni di detenzione, torna ad essere un uomo libero, fra l’altro a una certa età, a marzo compie 70 anni. Ed è un uomo solo”.
I rapporti con moglie e figlia si sono interrotti.
“Cosima e Sabrina non hanno mai risposto alle sue lettere. Michele Misseri ha solo rapporti con la figlia più grande”.
Ha una pensione?
“Si, e sicuramente tornato in libertà cercherà di riprendere il lavoro nei campi”.
Ci sono spunti per ulteriori investigazioni in questo caso così discusso?
“Al momento no. Se i miei colleghi che difendono moglie e figlia dopo il ricorso alla Corte di giustizia europea dovessero avere ragione, qualcosa probabilmente dovrà cambiare. Al momento però c’è una sentenza definitiva”.
E Misseri cambierà versione?
“In tanti se lo aspettano. Ma a me ha sempre continuato a ripetere di essere lui il responsabile. In questi ultimi mesi ci siamo sentiti al telefono”.
Uscirà dal carcere l’11 febbraio?
“Mi ha chiesto di non divulgare la data. Vuole ritagliarsi qualche giorno per riprendere in mano la sua vita. Torna in un’abitazione completamente vuota. Comunque, il periodo è quello”.
Se non quella giudiziaria, si aspetta la riapertura mediatica del caso?
“Mediatica sicuramente, per un po’. E poi mi auguro, come essere umano, che quanto prima questa situazione vada a finire nel dimenticatoio. Anche perché dall’altro lato ci sono i familiari di una vittima, di una povera ragazzina. Non mi pare bello che debbano vedere uno show su tutto questo”.