Lunedì 25 Novembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Michela Murgia, l’onore delle armi degli avversari politici. Anche i nemici le portano un fiore

Da Meloni a Salvini, da La Russa a Pillon, l’ultimo saluto alla scrittrice arriva anche da chi la osteggiava. La premier: “Grande rispetto per lei”. E Calderoli: “Ha insegnato ai malati a continuare a vivere e lavorare”

Michela Murgia

Michela Murgia

Roma, 12 agosto 2023 – Non voleva essere chiamata guerriera, ma di nemici ne aveva tanti. E molti di loro, di fronte alla morte, le rendono l’onore delle armi. L’omaggio a Michela Murgia va oltre le condoglianze e non si giustifica con la prepotenza del grande mistero che rende tutti indulgenti. Basterebbe stare zitti. Limitarsi alla civile afflizione per chi non c’è più. Invece, alla donna che diceva di detestare l’Italia, anche i più detestati portano un fiore. E pur continuando a odiare ciò che ha sostenuto e rappresentato, chi la chiamava Michelona e le dava della fanatica oggi si inchina.

Michela Murgia
Michela Murgia

Pare sia stato Oscar Wilde, come al solito, ad averci visto giusto: "Scelgo i miei amici per la loro bellezza, le mie conoscenze per la loro rispettabilità e miei nemici per la loro intelligenza". Male che vada si impara qualcosa. Stima e deferenza arrivano da Giorgia Meloni, alla quale Murgia aveva fatto sapere di "sperare di morire quando non sarà più premier perché il suo è un governo fascista". La risposta era stata pungente e affettuosa: "Non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei. E spero davvero che riesca a vedere quel giorno perché punto a fare il mio lavoro per molto tempo". E ieri su Twitter: "Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto".

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"Michela Murgia si è battuta per le sue idee e lo ha fatto attraverso la parola e la scrittura" twitta anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Ecco, le idee. Che a differenza degli uomini, ricordava Falcone, non passano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini. Che magari fanno paura ma costringono il cervello a fare ginnastica. Le idee che sfrigolano e fanno incavolare come la schwa, il suono neutro che lei voleva imporre per combattere il privilegio dell’uomo anche nelle parole. Le idee che a volte non vengono dalla ragione ma da visionaria follia, alla Erasmo da Rotterdam, in nome delle quali farsi missionari e soldati.

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Ma chi la conosce quella? Aveva detto Ignazio la Russa quando la scrittrice fece notare che il busto di Mussolini in casa sua era una provocazione: "Murgia ha un problema serio di traduzione: ribalta ogni cosa in visione antifascista". Ma oggi anche al presidente del Senato non bastano le "condoglianze sincere" per chi "ha affrontato le paure e le sofferenze di una malattia terribile con determinazione, coraggio e il sorriso".

Le idee. E poi la malattia: alla fine sono sempre loro a cambiarci. Matteo Salvini, che non mai perso occasione di attaccarla, scrive sui social: "Una preghiera". Daniela Santanchè le augura buon viaggio: "La pensavamo in modo diverso, ma spero tu possa trovare la pace". Maurizio Lupi si allinea: "Molte cose ci dividevano, ma ora è il momento del dolore e del rispetto. Le sue provocazioni hanno saputo stimolare riflessioni profonde".

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E poi i veramente insospettabili, a cominciare dall’ex senatore leghista Simone Pillon, fervente oppositore dei diritti Lgbt, che l’aveva criticata solo poche settimane fa dopo il matrimonio ‘in articulo mortis’: "Non sapevo che la situazione fosse già compromessa. Pensavo e speravo ci fosse margine di guarigione. Mi spiace. Non condividevo nulla del tuo pensiero ma avrei voluto continuare a confrontarmi con te". E il ministro Calderoli: "Ho tifato per lei come ho tifato per Mihajlovic, per Vialli, per amici come Frattini o Maroni. Michela Murgia ha mandato fino all’ultimo un messaggio importante per tutti i malati, quello di continuare a vivere, a lavorare, anche a polemizzare nel suo caso".

"Non è necessario condividere le idee di Michela Murgia per considerarla una donna coraggiosa, appassionata, coerente, un’autrice originale e di grande talento" dice Marina Berlusconi. E peccato davvero che non ci sia modo di sentire con che tono risponderebbe lei.