Milano, 13 luglio 2023 – Il Metoo nel mondo della pubblicità è partito un mese fa, il 13 giugno, quando la copywriter milanese Tania Loschi ha iniziato a raccogliere testimonianze su Instagram. Luoghi di lavoro "tossici" denunciati in precedenza anche dal pubblicitario Massimo Guastini, che ha deciso di accusare pubblicamente Pasquale Diaferia di essere un molestatore seriale.
Dalla mobilitazione social è nato il movimento Re:B, che ha raccolto un migliaio di testimonianze su "molestie e abusi fisici, verbali e psicologici sul lavoro", facendo emergere un problema "sistemico" anche nelle scuole. La più datata è del 1989, quella più recente riguarda "eventi tuttora in corso". E, per questo, potrebbe sfociare in "denunce formali". Sono emersi i nomi di "200 entità" coinvolte, tra agenzie e persone e in almeno 10 società esiste o è esistita una chat di soli uomini, come l’ormai famosa ’chat degli 80’ sulla quale We Are Social ha avviato un’indagine interna. Le testimonianze maschili sono meno del 10%. Intanto si stanno muovendo le associazioni del settore. "Abbiamo istituito una commissione sulle relazioni di genere con attenzione al tema pari opportunità e a quello delle molestie e delle violenze – spiega Daniela Poggio, vicepresidente Ferpi (647 soci, il 55% donne) –. E lavoreremo pensando anche a progetti rivolti agli studenti. Le leggi ci sono, serve piuttosto un vero cambiamento culturale". L’Art Directors Club Italiano ha convocato per martedì prossimo l’assemblea generale, che potrebbe trasformarsi in una resa dei conti fra Guastini e Diaferia.