Torino, 27 febbraio 2018 - "E dopo un lungo ‘battage pubblicitario’ il grande freddo è arrivato". Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, ironizza sull’incessante tam tam mediatico che ha preceduto il brusco e intenso calo delle temperature nella nostra Penisola, annunciato da giorni dalle previsioni meteo.
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Professore quanto durerà il freddo siberiano? "Sicuramente oggi e domani avremo di fronte ancora due giornate piuttosto impegnative; sono possibili dei -10 nel Nord Italia e sulla pianura padana e, le temperature rinfrescheranno ulteriormente anche al Sud. Da giovedì la situazione dovrebbe invece migliorare, ma la neve rifarà la sua comparsa".
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C’è chi parla addirittura di ‘big snow’, ovvero di nevicate molto copiose. "Non è ancora possibile fare previsioni precise a riguardo. Sicuramente nevicherà, ma è presto per dire quale sarà l’entità delle precipitazioni".
Le temperature di questi giorni sono un evento anomalo? "No. Da sempre l’Italia è interessata d’inverno da flussi d’aria fredda provenienti dalla Russia. L’aspetto inusuale è semmai il periodo, perché di solito questo accade tra gennaio e la prima metà di febbraio, che invece quest’anno hanno fatto registrare temperature insolitamente miti".
Tre giorni di freddo possono ricostituire una sorta di riequilibrio dal punto di vista climatico? "No, non c’è nessuna compensazione".
Ci sono dei precedenti significativi? "Nel 2005, più o meno nello stesso periodo, ci furono freddo e copiose nevicate, che toccarono i 20 centimetri a Genova. Una massiccia ondata di freddo, però nella prima parte di febbraio, si verificò nel 2012. Temperature inferiori allo zero e precipitazioni nevose importanti furono registrate anche nel marzo 1971, quando si assistette all’arrivo di aria gelida siberiana, con un’importante nevicata nella Capitale".
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L’Italia è nella morsa del freddo, al Polo Nord siamo invece vicini allo zero termico. Perché? "La colpa è tutta del riscaldamento globale. Il Polo Nord è una zona molto sensibile ai cambiamenti climatici: attualmente l’estensione del ghiaccio di banchisa è al livello minimo, alle isole Svalbard piove. Le temperature di questi giorni non hanno una relazione diretta con questo. I problemi sono altri".
Quali? "A livello planetario sono segnali molto più preoccupanti il surriscaldamento dell’Oceano Artico e le temperature insolite registrate in Canada e a New York, dove qualche giorno fa, e pochi lo hanno sottolineato, la colonnina ha toccato i 25 gradi sopra lo zero, dopo la tormenta di fine anno".
Cosa si dovrebbe fare? "Rispettare quanto sottoscritto con gli Accordi di Parigi che potrebbe permettere di contenere l’innalzamento della temperatura terrestre entro due gradi al 2100. Un aumento superiore avrebbe conseguenze preoccupanti per l’umanità".
Tornando a questi giorni, si può parlare di un colpo di coda dell’inverno? "Il clima resterà rigido fino al 5 marzo. Dopo ci attendiamo un graduale aumento delle temperature e, soprattutto al Sud, un assaggio di primavera".