Roma, 22 gennaio 2018 - Situazione meteo critica sulle Alpi. Mentre il resto del Centro Nord vive una situazione di alta pressione e tempo stabile, le montagne sono alle prese con i disagi causati dalle forti nevicate. E per il prossimo fine settimana le previsioni meteo annunciano nuova neve (anche se ancora mancano i dettagli).
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La situazione valanghe resta critica in Alto Adige, soprattutto in val Venosta. Nelle scorse ore ha ripreso a nevicare, soprattutto nel nord della provincia. Le corsie, anche dell'autostrada del Brennero tra Bressanone e il valico, in mattinata erano parzialmente innevate. Lungo la cresta di confine, dove il pericolo valanghe attualmente è forte (grado 4 di 5) sono attesi altri 30-40 centimetri di neve. La strada statale per passo Resia è chiusa a San Valentino per pericolo valanghe, mentre da Silandro in direzione confine di stato c'è obbligo di catene per mezzi pesanti. Da Ciardes in poi il traffico è rallentato per veicoli rimasti bloccati. Resta, per il momento, bloccata la val Senales, dove sono fermi centinaia di turisti. La situazione non cambierà almeno fino a domani. In alcuni punti si sono accumulati fino a tre metri di neve. I tecnici stanno effettuando in queste ore dei sopralluoghi per valutare un distacco pilotato del manto nevoso. Sono chiuse anche alcune strade provinciali in val Venosta e val Pusteria.
Montagna, strage di giovani. "Troppa neve: sentieri trappola"
VERSO L'ALLARME MASSIMO - Nel nordovest dell'Alto Adige nelle prossime ore sarà proclamato il massimo livello di pericolo valanghe (5 di 5) e la Protezione civile sarà messa in preallarme ('Bravo'). A comunicarlo è il meteorologo provinciale Dieter Peterlin. "Lungo la cresta di confine a 2.000 metri di quota registriamo oltre due metri di neve", informa Peterlin. In alcune zone della provincia, soprattutto in alta val Venosta, nessuno si ricorda tanta neve: a Roia di Fuori, per esempio, attualmente si segnalano 190 centimetri di neve, battendo di misura il record storico di 170 centimetri del 1981. La val Venosta è generalmente una delle zone più aride delle Alpi perché incastonata tra montagne che superano i 3.000 metri di altitudine, che formano una barriera naturale per le nuvole. Questo inverno invece è una della zone più ricche di neve.
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CERVINIA E VALLE D'AOSTA - Anche in Valle d'Aosta situazione difficile (di nuovo). A causa dell'intensa nevicata, il commissario di Valtournenche, Sara Bordet, ha disposto il divieto di transito a tutti i veicoli - ad eccezione di quelli di soccorso - all'interno di Breuil-Cervinia. Da domenica alle 17 la località è isolata dato che sono stati chiusi gli ultimi otto chilometri della strada regionale 46 che consente di raggiungerla. Nel fine settimana si è posato oltre un metro di neve, fa sapere l'ufficio neve e valanghe della Regione, in aggiunta a quella già caduta (a inizio gennaio la regionale era stata chiusa già due volte). "Nevica incessantemente da tre giorni, si tratta di neve molto pesante. Ci preoccupa che non ci siano ancora state valanghe spontanee", spiega la guida alpina Giuliano Trucco, della commissione locale valanghe che monitora la situazione. "Da un momento all'altro - aggiunge - ci aspettiamo che scenda qualcosa. Ecco perché stiamo proponendo tutte queste cautele. Probabilmente la strada rimarrà chiusa anche nella notte". Nella zona di Champoluc è stata segnalata la caduta di due slavine, che non hanno interessato la viabilità.
Cervinia ormai sommersa
Informiamo che, a causa del perdurare delle precipitazioni, la strada Cervinia - Valtournenche e i parcheggi rimarranno chiusi fino a domani, martedì 23 gennaio
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Foto: Passo del Foscagno
I DATI DELLA COLDIRETTI - Tra neve e pioggia a gennaio sono praticamente triplicate (+170%) le precipitazioni in Trentino Alto Adige dove l'allarme valanghe è alimentato dall'aumento delle temperature con le minime che sono risultate di ben 4,1 gradi superiori alla media storica. E' quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade del mese che fa segnare sull'intera Penisola una anomalia con il 22% di precipitazioni in più. La neve e la pioggia dopo un anno particolarmente asciutto - sottolinea la Coldiretti - sono importanti per ripristinare le scorte idriche nei terreni, nelle montagne, negli invasi, nei laghi e nei fiumi. A preoccupare è invece - continua la Coldiretti - l'accumulo di neve sulle piante che può provocare con il peso la rottura dei rami ma anche i limiti alla viabilità per le consegne dei prodotti deperibili. Pioggia e neve giungono dopo un 2017 che - precisa Coldiretti - in Italia è stato l'anno più secco di sempre, con la caduta del 31% di acqua in meno della media che ha provocato la più grave siccità da 217 anni. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti ripercussioni sull'agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro secondo la Coldiretti. Si moltiplicano - conclude la Coldiretti - gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d'acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche nevicate estreme e picchi di calore anomali si alternano lungo l'anno e lungo tutta la Penisola.
AUSTRIA, 10MILA PERSONE BLOCCATE - In Austria non va meglio. In Tirolo, la prima volta dalla valanga killer di Galtuer di 19 anni fa, è stato proclamato il massimo livello di pericolo valanghe (5 di 5). Il 23 febbraio del 1999 31 persone morirono sotto una serie di slavine. Sono attualmente isolati i noti centri sciistici St. Anton e Ischgl, dove complessivamente 10mila turisti e abitanti attendono la fine dell'emergenza neve. Il Land Tirolo ha invitato la popolazione a non lasciare le case ed evitare, dove possibile, spostamenti in macchina. Una trentina di strade sono attualmente chiuse per pericolo valanghe.