Venerdì 10 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Messina Denaro ricoverato all’ospedale di L’Aquila. Disse ai pm: “Non mi pentirò mai”

Dopo l’arresto del 16 gennaio il capomafia in un interrogatorio: “Mi avete preso per la mia malattia”. Malato di cancro, è detenuto al 41 bis presso il carcere di massima sicurezza abruzzese. Il legale: “Ha un tumore al quarto stadio. Fatica a stare in piedi, non mangia e beve soltanto”

L'esercito sorveglia le uscite dell'ospedale San Salvatore di L'Aquila dove è ricoverato Matteo Messina Dernato

L'Aquila, 8 agosto 2023 – Le condizioni di salute del boss della mafia Matteo Messina Denaro si sono aggravate. L'ex capo di cosa nostra, arrestato a Palermo lo scorso 16 gennaio e detenuto al regime del 41 bis presso il carcere di massima sicurezza di L'Aquila, è stato trasferito al reparto di chirurgia dell’ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese. Il trasferimento del boss di Castelvetrano dal penitenziario aquilano è avvenuto con imponenti misure di sicurezza. Secondo fonti sanitarie, Messina Denaro “verrà operato per tentare di risolvere un problema di canalizzazione intestinale. Matteo Messina Denaro non è in pericolo di vita. Il nostro staff medico cercherà di sanare ciò che si può curare. Nelle prossime ore si potrà capire se il quadro clinico migliorerà”.

Dopo l’arresto: “Non mi pentirò mai”

Dopo l'arresto del 16 gennaio, Messina Denaro, nel corso di un interrogatorio con il procuratori di Palermo Maurizio De Lucia e dell'aggiunto Paolo Guido, disse: "Io non mi farò mai pentito". Nello stesso interrogatorio, il cui verbale è stato depositato oggi, il boss negò di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, ma ammise di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano. Messina Denaro aggiunse: "Non voglio fare il superuomo e nemmeno l'arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia". Il capomafia raccontò che, fin quando ha potuto, ha vissuto rinunciando alla tecnologia, sapendo che sarebbe stato un punto debole. Ma poi ha dovuto cedere.

Sull’omicidio del piccolo Di Matteo: “Non c’entro”

“Io mi sento uomo d'onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali. La mia vita non è stata sedentaria, è stata una vita molto avventurosa, movimentata”, disse ancora Messina Denaro, ammettendo la latitanza e di aver comprato una pistola, ma di non averla mai usata e di non aver fatto omicidi e stragi. Omicidi come quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito rapito e sciolto nell'acido, su cui Messina Denaro ha voluto sottolineare la sua innocenza: “Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo...ma con l'omicidio del bambino non c'entro”.

“Concorso esterno reato farlocco”

Ai pm che gli chiesero di Andrea Bonafede, accusato di essere un uomo d'onore riservato e di aver prestato al padrino l'identità, Messina Denaro rispose così, criticando sia la definizione di uomo d'onore riservato che il concorso esterno in associazione mafiosa: "Il mafioso riservato è tipo un altro argomento di legge, se vogliamo dire, farlocco, come il concorso esterno, io preferirei, se fosse una mia decisione: tu favorisci... il favoreggiamento prende da 4 a 5 anni, se favorisci un mafioso sono 12 anni; meglio così: si leva il farlocco di torno".

Le offese a Falcone

Commentando le chat audio in cui, fermo nel traffico congestionato nel giorno delle commemorazioni della strage di Capaci, imprecava, Messina Denaro disse ai pm: "Io non è che volevo offendere il giudice Falcone, non mi interessa... Il punto qual è? Che io ce l'avevo con quella metodologia di commemorazione. Allora, se invece del giudice fosse stato Garibaldi, la mia reazione sempre quella sarebbe stata, perché non si possono permettere di bloccare un'autostrada per decine di chilometri: cosi vi fate odiare".

La malattia di Messina Denaro

Malato di tumore, Messina Denaro, dal giorno del suo arrivo nel penitenziario abruzzese, è stato curato con cicli di chempioterapia a cui è stato sottoposto in una stanza appositamente creata per lui. Nelle scorse settimane il capomafia aveva subito un piccolo intervento per problemi urologici ed era però rientrato nell'istituto di pena in giornata.

Il legale: “Ha un tumore al quarto stadio”

Sulle condizioni di salute del boss di Castelvetrano ha parlato Alessandro Cerella, avvocato che affianca la storica legale di Messina Denaro, Lorenza Guttadauro: “Si è aggravato, le sue condizioni sono disperate. Non mangia, beve soltanto, non sta bene, necessita di un immediato ricovero in ospedale. Con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis. Deve essere assistito da un infermiere dentro una struttura ospedaliera il prima possibile”. Cerella e Guttadauro presenteranno al tribunale della libertà dell'Aquila, un'istanza di ricovero urgente all'ospedale aquilano nel quale, il 27 giugno scorso, Messina Denaro ha subito un intervento chirurgico urologico.

“Io non sono un medico ma le sue condizioni sono critiche - aggiunge Cerella - E' seguito in maniera encomiabile dal professor Mutti e dal suo staff. Io ripongo massima fiducia nel loro operato, ma i medici non possono vederlo quotidianamente e nelle sue condizioni le cose cambiano di giorno in giorno. In carcere non può più stare - sottolinea Cerella -. Nei confronti di Messina Denaro c'è un accanimento: con un tumore al quarto stadio non può stare in una cella senza un infermiere a bere succhi di frutta, invece di avere delle flebo. Dovrebbe essere controllato h24. Ha bisogno di tutte le cure che spettano a un malato”.