Giovedì 21 Novembre 2024
PIETRO MECAROZZI
Cronaca

La fine di Messina Denaro, Salvatore Borsellino: "Non sapremo mai la verità sulle stragi"

Il fratello del magistrato ucciso: "Un criminale non c’è più, punto". Il boss torna da morto in una Castelvetrano divisa. Sarà tumulato nella tomba di famiglia accanto al padre

Il boss della mafia Matteo Messina Denaro è morto il 25 settembre a 62 anni per un cancro al colon

Il boss della mafia Matteo Messina Denaro è morto il 25 settembre a 62 anni per un cancro al colon

Roma, 26 settembre 2023 – C’è amarezza nella voce di Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo. Né gioia, né sollievo: "Un criminale è morto, tutto qui". Pensieri e sentimenti corrono veloci mentre commenta la morte del superboss Matteo Messina Denaro: non vuole concedergli il suo odio, abbassarsi al suo livello; ma allo stesso tempo sa che un custode delle verità sulla mafia stragista se n’è andato per sempre. Messina Denaro il 21 ottobre 2020 viene condannato in primo grado all’ergastolo (confermato lo scorso luglio) dalla Corte d’Assise di Caltanissetta per essere stato uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, dove perse la vita il magistrato Paolo Borsellino. Un giorno che Salvatore non dimenticherà mai, e per il quale continuerà sempre a lottare, anche dopo la morte di "U Siccu".

Borsellino, cosa significa per lei la morte di Matteo Messina Denaro?

"Non significa niente. La sua morte non mi ridarà mio fratello Paolo, né la verità sulla strage in cui ha perso la vita. È morto un criminale, punto e basta. Non mi aspettavo nulla, neanche dopo la sua cattura".

Si spieghi meglio.

"Il suo arresto mi ha fatto da subito insospettire. Era stato predetto con tre mesi di anticipo, e ci sono tante cose che non tornano, come per la morte di Provenzano. Non sappiamo se è lui che si è fatto trovare o le forze dell’ordine che l’hanno scovato. E non lo sapremo mai".

Con la scomparsa del superboss svaniscono le ultime possibilità di trovare la verità sulle stragi?

"Messina Denaro porta con sé tutti i segreti sul rapporto tra Stato e mafia. Non mi aspettavo che un criminale di quello spessore si potesse pentire. Era assolutamente improbabile, ma forse con qualche anno in più in carcere".

Quindi?

"Quindi non c’è nessuna probabilità che si arrivi presto a una verità sulla strage di via D’Amelio o su quella dei Georgofili. Mancano le verità profonde, quelle sulle quali da troppo tempo si vuole mettere una pietra tombale. Si pensa solo a far dimenticare".

La mafia, invece, accuserà il colpo?

"La mafia non è stata sconfitta, anzi è più forte di prima. Non parlo di quella degli anni ‘90, della Cosa nostra stragista, ma della mafia che si è insinuata nell’economia, nella politica locale e nazionale, che si è resa invisibile e che, per questo motivo, è difficile da scoprire ed estremamente più pericolosa".