Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Matteo Messina Denaro, tutte le donne del boss: la figlia Lorenza, le sorelle, le amanti

Le conquiste del capomafia che amava il lusso. E c’è chi ha pagato con la vita la passione per la stessa donna

Castelvetrano (Trapani), 25 settembre 2023 - Matteo Messina Denaro morto nell’ospedale dell’Aquila è stato un boss sanguinario sempre circondato da donne. 

Al capezzale c’era la figlia Lorenza, 27 anni, che da ultimo ha chiesto e ottenuto di portare il cognome del padre e non più quello della mamma Francesca Alagna detta Franca. L’altra Lorenza, la nipote avvocato, dal giorno dell’arresto a gennaio ha assistito il capo mafia. Moglie di Filippo Guttadauro, che ha scontato 14 anni per associazione mafiosa. Ancora: le quattro sorelle ma anche le conquiste del boss dei boss che amava vivere nel lusso.

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La figlia di Matteo Messina Denaro porterà il cognome del padre

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Matteo Messina Denaro e la sorella Rosalia
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Le amanti del boss dei boss

All’inizio fu Asi, la giovane austriaca Andrea Hasleher, che lavorava come receptionist in un albergo di Selinunte e gli aveva fatto perdere la testa. Nicolas Consales, il direttore dell’hotel che si era invaghito di lei, pagò con la vita quella passione. 

Poi Francesca detta Franca, che gli ha dato la figlia Lorenza. E ancora Maria, condannata per favoreggiamento per averlo ospitato durante la latitanza. Laura, la maestra di Campobello di Mazara fotografata con lui al supermercato. Dalle cronache degli anni Novanta arriva il pizzino indirizzato a Sonia, per chiudere la storia: “Non voglio nemmeno pensare di coinvolgerti in questo labirinto da cui non so come uscirò per il semplice fatto che non so come e quando ci sono entrato. Non pensare più a me, non ne vale la pena…”.

Le sorelle

Ma tra le donne del boss hanno avuto un ruolo di primo piano anche le quattro sorelle. La maggiore, Rosalia detta Rosetta, è la madre di Lorenza Guttadauro. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura e avrebbe gestito per suo conto la "cassa" della "famiglia" e la rete di trasmissione dei 'pizzini', consentendo così al capomafia di mantenere i rapporti con i suoi uomini durante la sua lunga latitanza.