di Nino Femiani
Lo sfogo di Paolo Guido, procuratore aggiunto di Palermo, per essere più chiaro possibile è scritto direttamente nella richiesta d’arresto di Alfonso Tumbariello, il medico di base che ha visitato il padrino e ne ha prescritto visite e cure. "Tutte le indagini ancora in pienissimo e frenetico svolgimento sulla ricostruzione delle fasi che hanno preceduto la cattura di Messina Denaro – ha scritto –, hanno innanzitutto offerto uno spaccato dell’assordante silenzio dell’intera comunità di Campobello di Mazara che, evidentemente con diversi livelli di compiacenza omertosa, paura, o addirittura complicità, ha consentito impunemente al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà".
Un colpo vibrato con amarezza proprio mentre la Procura squarcia la rete dei fiancheggiatori con altri due arresti, tra cui il medico di base, appunto, (in realtà un pneumologo in pensione) che lo aveva assistito dalla prima operazione chirurgica nel 2020 per l’asportazione del tumore al colon.
Alfonso Tumbarello, 70 anni, negli ultimi anni di latitanza del boss aveva firmato ben 137 prescrizioni, tra diagnosi, esami specialistici e medicinali. Troppe, secondo i pm, per non accorgersi che, quello che si faceva chiamare Andrea Bonafede, era in realtà il criminale più ricercato d’Italia. "Tumbarello ha personalmente visitato il paziente Matteo Messina Denaro — scrive il gip Alfredo Montalto — raccolto l’anamnesi, indicatogli un percorso terapeutico, poi seguito con estrema attenzione, prescritto farmaci e analisi, per patologie molto gravi, di cui effettivamente soffriva e soffre il boss, intestandole ad uno proprio assistito, che in realtà godeva di ottima salute". Tumbarello era iscritto ad una delle due logge massoniche di Campobello di Mazara la "Valle di Cusa – Giovanni Di Gangi". Dopo il suo primo coinvolgimento, i vertici del Grande Oriente d’Italia lo avevano sospeso a tempo indeterminato. Nel suo passato anche la politica. Nel 2003 era stato eletto consigliere provinciale, ma gli era andata male la corsa per l’Assemblea Regionale Siciliana con una lista che appoggiava Cuffaro.
Nel 2011 tentò inutilmente anche la corsa a sindaco di Campobello. Per lui l’accusa di concorso esterno in organizzazione mafiosa. I carabinieri del Ros lo hanno arrestato assieme ad Andrea Bonafede, cugino e omonimo della persona che ha prestato la propria identità al padrino (anche lui agli arresti). Bonafede junior avrebbe fatto da cerniera con Tumbarello per la consegna delle prescrizioni al boss latitante. Nell’ordinanza di custodia cautelare si parla di "un inquietante reticolo di connivenze e complicità in diversi luoghi e in svariati ambiti professionali". Dovrà difendersi dall’accusa di procurata inosservanza della pena, gli ergastoli appunto inflitti a Messina Denaro.