Domenica 12 Gennaio 2025
NINA FABRIZIO
Cronaca

Messaggio del Papa Francesco ai giornalisti: "Mai contabili della storia"

Il Pontefice ha ricevuto una delegazione del premio Biagio Agnes "Un lavoro artigianale che ha bisogno di taccuino, penna e sguardo".

Messaggio del Papa Francesco ai giornalisti: "Mai contabili della storia"

di Nina Fabrizio

Il giornalismo è un lavoro artigianale che ha bisogno di "taccuino, penna e sguardo".

È il lavoro di chi "consuma la suola delle scarpe", agisce investito di una "missione" e non si riduce mai al ruolo di mero "contabile della storia", indifferente agli avvenimenti che riporta.

Non è la prima volta che papa Francesco si rivolge al mondo dei media con parole che scuotono nel profondo la coscienza stessa dei destinatari del suo messaggio. Ma il discorso rivolto ieri alla delegazione del Premio Biagio Agnes, ha toccato una volta di più la sensibilità di quanti, sia come operatori, sia come utenti, guardano con attenzione al mondo dell’informazione.

Bergoglio indica tre "elementi" del lavoro giornalistico, che "forse si usano sempre di meno", ma che "hanno ancora tanto da insegnare". Su ognuno di questi apre una riflessione.

Si parte dal taccuino, cioè dall’ "annotare un fatto che comporta sempre un grande lavorio interiore", "il taccuino ricorda l’importanza dell’ascolto, ma soprattutto del lasciarsi trafiggere da ciò che avviene. Il giornalista non è mai un contabile della storia – sottolinea –, ma una persona che ha deciso di viverne i risvolti con partecipazione, con com-passione".

Quindi, la penna. "Si usa sempre di meno – premette il Papa –, sostituita da mezzi più avanzati, eppure la penna aiuta a elaborare il pensiero, connettendo testa e mani, favorendo i ricordi e legando la memoria con il presente. La penna evoca il lavoro artigianale cui il giornalista è sempre chiamato: si prende la penna in mano dopo aver verificato i dettagli, vagliato le ipotesi, ricostruito e appurato ogni singolo passaggio. In questa tessitura agiscono insieme l’intelligenza e la coscienza, toccando le proprie corde esistenziali.

La penna richiama così "l’atto creativo’ dei giornalisti e degli operatori dei media, atto che richiede di unire la ricerca della verità con la rettitudine e il rispetto per le persone, in particolare – aggiunge - con il rispetto dell’etica professionale".

E infine, il terzo elemento, lo sguardo. "Taccuino e penna – avvisa il Pontefice – sono semplici accessori se manca lo sguardo sulla realtà. Uno sguardo reale, non solo virtuale. Oggi, si può esserne distolti da parole, immagini e messaggi che inquinano la vita a causa "delle fake news, della retorica bellicista o di tutto ciò che manipola la verità. Serve uno sguardo attento su ciò che avviene per disarmare il linguaggio e favorire il dialogo", uno sguardo "orientato dal cuore".