Roma, 31 marzo 2024 – Papa Francesco dopo la Messa di Pasqua e prima della benedizione Urbi et Orbi ha lanciato un nuovo appello per la pace e il rilascio degli ostaggi di tutte le guerre.
Bergoglio è arrivato in sedia a rotelle. Tanti in questi giorni gli interrogativi sulla salute del Pontefice, rafforzatisi con la decisione di rinunciare alla Via Crucis al Colosseo.
Alla celebrazione, iniziata con il rito del “Resurrexit”, hanno preso parte 60mila fedeli e pellegrini. La stima, non definitiva, arriva dal Vaticano. La messa non prevedeva l’omelia del Papa. Hanno concelebrato la liturgia con il Papa oltre 350 fra cardinali, vescovi e sacerdoti.
L’appello per la pace e il rilascio dei prigionieri
"Faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia”. Così papa Francesco nel messaggio pasquale prima della benedizione Urbi et Orbi. Il Pontefice è tornato anche sul conflitto Russia-Ucraina: “Ci sia scambio di tutti i prigionieri”, ha chiesto.
“In questo giorno in cui celebriamo la vita che ci e’ donata nella risurrezione del Figlio, ricordiamoci dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi: un amore che supera ogni limite e ogni debolezza”. Cosi’ Papa Francesco nel messaggio pasquale prima della benedizione Urbi et Orbi. “Eppure - ha sottolineato il Pontefice - come e’ tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?”.
La pace in tutto il mondo
Ma il pensiero del Papa è stato rivolto a tutte le terre in guerra. “Apra vie di pace nel continente africano, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell’intera regione del Sahel, nel Corno d’Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame”.
I popoli stremati dalla guerra
“Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. hanno dimenticato di sorridere”, “con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione?”. Il tono del Papa si è fattyo accorato: “La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo”. E ancora: “Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”, ha aggiunto.
Il dramma della tratta di esseri umani
Il Pontefice si è rivolto ai potenti del mondo affinché facciano di tutto per arginare la piaga della schiavitù: “Nel giorno in cui Cristo ci ha resi liberi dalla schiavitù della morte, esorto quanti hanno responsabilità politiche perché non risparmiano sforzi nel combattere il flagello della tratta di esseri umani, lavorando instancabilmente per smantellarne le reti di sfruttamento e portare libertà a coloro che ne sono vittime’’.
La Messa di Pasqua di papa Francesco
Il pontefice, 87 anni, venerdì aveva deciso di seguire la Via Crucis da Casa Santa Marta “per conservare la salute in vista della Veglia e della Santa Messa della domenica di Pasqua”, come aveva comunicato la Sala stampa vaticana. Del resto anche l’anno scorso Francesco aveva disertato la Via Crucis al Colosseo, causa il “freddo intenso”, anche se con un maggior preavviso fin dal primo pomeriggio.
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La Messa del Papa
L’omelia della Veglia
Ieri sera, nell’omelia della Veglia, papa Francesco ha parlato dei “macigni della morte”. “A volte – ha detto – sentiamo che una pietra tombale è stata pesantemente poggiata all’ingresso del nostro cuore, soffocando la vita, spegnendo la fiducia, imprigionandoci nel sepolcro delle paure e delle amarezze, bloccando la via verso la gioia e la speranza”. “Li incontriamo ha proseguito Bergoglio -, lungo il cammino, in tutte quelle esperienze e situazioni che ci rubano l’entusiasmo e la forza di andare avanti”. Ma la Pasqua di Cristo è “la vittoria della vita sulla morte, il trionfo della luce sulle tenebre, la rinascita della speranza dentro le macerie del fallimento. È il Signore, Dio dell’impossibile che, per sempre, ha rotolato via la pietra e ha cominciato ad aprire i nostri sepolcri, perché la speranza non abbia fine”.