Roma, 5 dicembre 2015 - E' un business da capogiro quello che ruota attorno alle casette di legno ospitate in decine di città italiane per i mercatini di Natale. Il giro d'affari generato dalla vendita di prodotti gastronomici e dell'artigianato raggiunge infatti – secondo alcune stime – i 760 milioni di euro, che vengono spesi soprattutto in Trentino Alto Adige, dove sono 'nati' nel 1991. Tra i frequentatori dei mercatini, rilevante è la quota dei 'curiosi' che non spendono nulla (sono il 18,3%), mentre la maggior parte dei visitatori spende tra i 21 e i 50 euro (34%), anche se non manca chi arriva a superare i 100 euro (11,3%).
Il primo mercatino di Natale al mondo venne realizzato a Dresda, nel 1434. Da allora, di vin brulè ne è stato bevuto a ettolitri (mica tutto in un sorso, intendiamoci). Tra chi visita le casette, i turisti rappresentano circa il 15%, che generalmente preferiscono soggiornare nelle città e nei paesi delle vallate trentine e sudtirolesi dove ancora si attende l'arrivo della neve. Eppure, la regione italiana dove si svolge il maggior numero dei mercatini di Natale è il Piemonte, con il 18% del totale nazionale. La maggior parte degli espositori vende decori e addobbi (38,4%), ma importante è la quota di quanti propongono prodotti alimentari (18,7%): in testa vin brulè, zelten, formaggi e insaccati. Oltre ai prodotti da portare a casa, importante per i visitatori è l'atmosfera, la tipicità dell'offerta, senza dimenticare l'intrattenimento, come concerti, cori e dimostrazioni degli artigiani. Ingredienti che ai mercatini non mancano mai.