Roma, 23 settembre 2021 - La bambina guarda di sbieco un obiettivo, quasi schiafata, dall'espressione sembra dire: "... Davvero?". È ‘Side-eying Chloe’, uno dei meme più famosi del mondo, e lei è Chloe Clem, oggi ha 10 anni e all'epoca dello scatto ne aveva appena due. Il meme con protagonista il suo volto va all'asta come NFT, ‘non-fungible token’, e potrebbe essere l'ipoteca sulla sua istruzione futura.
'Side eying Chloe': ecco a quanto è stato venduto il meme della bambina schifata
Nascita di un'icona
L'immagine iconica è stata catturata dalla madre, Katie, nel 2013. Aveva organizzato una gita a sorpresa a Disneyland e decise di girare un video per riprendere la reazione di Chloe e sua sorella Lily. Il resto è storia: nel filmato, caricato su Internet, si vede l'esatto momento in cui, mentre Lily scoppia a piangere per l'emozione, l'obiettivo si posa su Chloe e lei restituisce la simpatica espressione che ha fatto poi il giro del pianeta. Il video da solo ha collezionato a oggi oltre 20 milioni di visualizzazioni, possiamo solo immaginare quante volte il volto di Chloe sia stato ricondiviso. Alla BBC, la madre Katie ha ammesso di essere stata inizialmente sopraffatta dalla popolarità involontaria guadagnata dalla piccola: "La mia famiglia, miei amici mi mandavano in continuazione il meme di Chloe - racconta - e continuano tutt'oggi".
Chloe diventa NFT: cosa significa
'Side-eying Chloe' è diventato il meme più popolare e utilizzato per esprimere 'preoccupazione' in una conversazione social: lo sguardo di Chloe, semplice e diretto, è entrato a far parte del patrimonio iconografico digitale del mondo. Nel 2021, la famiglia Clem, che vive nello stato dello Utah (USA), ha deciso di mettere all'asta il meme originale e venderlo come NFT, 'non-fungible token', una criptomoneta non interscambiabile.
Cioè? Di base, una criptomoneta è un modo digitale di rappresentare il valore di qualcosa attraverso la criptografia. Più nello specifico, un 'token non-fungibile' è una criptomoneta assegnata univocamente a qualcosa: una sorta di certificazione digitale che, tramite il sistema blockchain - un registro digitale che raggruppa in blocchi una serie di dati in ordine cronologico -, attesta il valore e il possesso di un'immagine digitale. In questo modo, ad esempio, un artista digitale può continuare a detenere il copyright sul suo lavoro e riprodurlo, ma chi compra la sua opera può affermare di possedere l'originale.
Arte, moda e... patatine L’investimento è virtuale
In soldoni: vendere il meme di Chloe come NFT significa considerarlo un'opera d'arte fisica originale, che al momento è posseduta dalla famiglia Clem. L'offerta di partenza è di 5 Ethereum, una criptovaluta del valore di circa 15mila dollari, quasi 13mila euro. "È un'ottima opportunità - ha detto Katie Clem alla BBC - con i soldi dell'asta potremmo mandare Chloe in una buona università".
Le opere NFT
Al di là della fortunata sorte di Chloe Clem, la vendita del suo meme come NFT è l'ultimo esempio 'pop' della rivoluzione che i 'non-fungible token' stanno portando nel mondo digitale. Alcuni precedenti sono il primo tweet della storia, quello del fondatore di Twitter Jack Dorsey: venduto all'equivalente di 2,9 milioni di dollari. Oppure, sempre nel campo dei meme, la famosa 'Disaster Girl': venduta per 500mila dollari. Stanno già nascendo le prime 'piccole' truffe attorno al mondo degli NFT. Un fan dello street artist Banksy era convinto di aver comprato un NFT originale dell'artista per oltre 336mila dollari: ha scoperto poi che era un falso venduto da un hacker - che sembra però aver restituito la maggior parte dei soldi.