Giovedì 5 Settembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Cronaca

Meloni basita e furiosa. Le dimissioni respinte e un’unica richiesta: "Non accetto più bugie"

Nell’esecutivo di FdI avverte: "Non sono consentiti errori, siate consapevoli". E dopo l’intervista i timori di nuove rivelazioni di chat e documenti.

Meloni basita e furiosa. Le dimissioni respinte e un’unica richiesta:: "Non accetto più bugie"

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è nata 47 anni fa a Roma

Il caso non è chiuso, l’irritazione della premier non è sopita. Al contrario, continua a crescere. Di fronte all’esecutivo del suo partito riunito in mattinata Giorgia Meloni evita i toni durissimi e i decibel molti alti che aveva riservato il giorno prima a Chigi al ministro Sangiuliano. Ma il senso del messaggio è chiarissimo: "Noi stiamo facendo la storia e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi". Non cita mai il titolare della Cultura, però è chiaro a tutti che il destinatario sta fuori dall’aula Tatarella della Camera, dove sono riuniti i vertici di FdI In questi due anni diversi fedelissimi sono inciampati in scandali o gaffe, dunque dal caso particolare lei passa al generale: "Abbiamo un compito molto più grande delle nostre aspettative e dei nostri desideri, dobbiamo essere capaci di tenerlo ben presente ogni giorno. Soprattutto, quando possono presentarsi delle difficoltà". Anche perché, chiosa, riaprendo il capitolo complotti "non ci viene perdonato nulla. Siamo sotto mira perché stiamo cambiando l’Italia".

Una cosa è certa: il nuovo botta e risposta tra il ministro e l’ex consulente Maria Rosaria Boccia con il quale lui confessa di aver avuto "un rapporto di tipo personale", l’ha lasciata basita. Il carico da undici è l’inspiegabile attacco a Salvini, che ha mandato il vicepremier leghista su tutte le furie, costringendo Sangiuliano a rimangiarsi il paragone con il Capitano e Francesca Verdini (che è la compagna ufficiale e senza consulenze) ma ha scosso ancor di più Giorgia. "A chi giova tutto ciò? Cos’altro mi devo attendere? Ci sarà mai una parola fine alla telenovela?", si sfoga Meloni. E a Sangiuliano raccomanda: "Chiarisci il punto di verità. Sii sempre sincero". Nel clima che si è creato, diffidenza timori e sospetti regnano ovunque. Al piano nobile di Palazzo Chigi la preoccupazione per l’arrivo di materiale compromettente poco importa se video, foto, registrazioni o chat è elevatissima. "Non sono ricattabile", assicura il ministro in una lunghissima intervista al Tg1 ma il commento in tempo reale di Maria Rosaria Boccia "iniziamo a dire bugie" complica parecchio la partita. Si sente un leone in gabbia, la premier: considera la vicenda la "tegola peggiore" che le sia caduta in testa dai tempi di Cutro.

Dal piccolo schermo, Sangiuliano ha assicurato d’essere pronto a dimettersi "un minuto dopo che Meloni me lo chiede". A nessuno però è sfuggita la visita di Alessandro Giuli al Ministero della Cultura. In programma una riunione sulla mostra sul Futurismo che si svolgerà allo Gnam: è noto però che il presidente della fondazione Maxxi è considerato in pole position per una eventuale ’sostituzione’. Vero è che – racconta Sangiuliano – Meloni ha respinto le dimissioni ("mi ha detto di andare avanti") ma solo per il momento. Allo stato lo considera un rimedio peggiore del male: aprirebbe una giostra infernale, perché a quel punto dovrebbe saltare anche Santanchè e con tre ministeri vacanti (Fitto va a Bruxelles) tutti oggi appartenenti a FdI la rissa nel partito e con gli alleati sarebbe garantita. Oltre un certo limite neppure la premier può arrivare. Il ministro le ha garantito tre cose: che Boccia non ha mai avuto accesso a materiale riservato, che nessun euro pubblico è stato speso per lei e che non esiste materiale compromettente. Se anche una sola di queste assicurazioni dovesse rivelarsi fallace, è pronta a spingere verso la porta il ministro anche prima del G7 di Napoli accettandone rischi e conseguenze. Hic Rhodus, hic salta: guai cioè a Sangiuliano se esce qualcosa che alza il livello già al calor bianco della vicenda.

Dopo averci messo la faccia lunedì nella chiacchierata in tivù con Paolo Del Debbio, la premier non è disposta a subire altro. La sua pazienza è finita da un pezzo: "Ne va della credibilità mia e del governo. Così, ha cerchiato sul calendario i tre giorni del G7 di Napoli: 19-21. Senza colpi di scena, questa sarebbe la linea del Piave che ha tracciato per Sangiuliano. Di certo, racconta chi l’ha visto, il ministro ieri pomeriggio in Cdm è apparso tutt’altro che di buon umore. E il faccia a faccia con Giorgia al termine della riunione non ha migliorato il suo stato d’animo. "Mi sono fidata delle spiegazioni che mi hai fornito: spero di non avere altre sorprese", il senso del ragionamento.