Italia e Arabia Saudita elevano le relazioni bilaterali avviando un partenariato strategico. La dichiarazione congiunta sarà uno dei momenti clou della missione di Giorgia Meloni nel regno governato dal principe Mohamed bin Salman. La firma fra i due leader è prevista oggi ad Al’-Ula, gioiello archeologico e patrimonio dell’Unesco, seconda tappa del viaggio iniziato nelle scorse ore a Gedda, che si concluderà domani in Bahrein, dove mai si erano recati altri presidenti del Consiglio.
La premier ha voluto parlare di un tema caldo al centro della vita politica: la scarcerazione, con immediato rimpatrio, di Osama al-Najeem Almasri (foto sotto), conosciuto anche come il ’torturatore di Mitiga’, arrestato a Torino su richiesta della Corte penale internazionale, scarcerato e rimpatriato in Libia con un volo di Stato. Spiegando il perché della scarcerazione, il governo si era appellato a un "cavillo" procedurale: per trattenerlo sarebbe stato necessario un atto del ministero di via Arenula, che non è arrivato.
"Almasri – dice Giorgia Meloni – è stato liberato su disposizione della Corte d’Appello di Roma, non del governo. Non è una scelta del governo", che invece ha deciso di "espellerlo subito perché pericoloso e di rimpatriarlo con un volo di Stato perché è prassi". Sul caso, di fronte alle richieste dei giudici dell’Aja, "daremo chiarimenti, ma li chiederemo anche: perché la Cpi ci ha messo mesi a spiccare il mandato di arresto ed è stato spiccato quando Almasri aveva già attraversato 2-3 nazioni europee?"