Milano, 7 dicembre 2017 - “#NoisiamoMelegatti”. È partita con questo hashtag, seguito poi da “#NataleConMelegatti”, la riscossa degli operai (una novantina fissi più 220 stagionali) dell’omonima e famosa azienda di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, per salvare il posto di lavoro. A rischio, come purtroppo succede, da una crisi che nei mesi scorsi aveva quasi messo fine a una più che centenaria storia di successo cominciata nel 1894 quando Domenico Melegatti brevettò nome e ricetta del pandoro. In difficoltà finanziaria da mesi e con i salari non pagati da agosto, grazie all’intervento del fondo maltese Abalone, che ha investito 6 milioni, il via libera del Tribunale al concordato in bianco e la disponibilità dei fornitori a consegnare uova, burro e farina, nell’ultima settimana di novembre la fabbrica Melegatti è riuscita a far ripartire la produzione. Con un obiettivo non facile: recuperare il tempo perso producendo entro il 10 dicembre 1,57 milioni di pandori e panettoni.
L’annuncio del riavvio della produzione, con la riapertura anche dello spaccio aziendale dal 25 novembre, era arrivato con un post sulla pagina Facebook: Siamo di nuovo al lavoro. E su WhatsApp è subito diventato virale il messaggio dei dipendenti: «Da oggi tornano al lavoro le operaie e gli operai di Melegatti senza stipendio da mesi. Ritornano a produrre per Natale. Compriamo uno o due pandori Melegatti affinché anche queste operaie e questi operai possano avere un sereno Natale. Diffondi il messaggio su Melegatti, se ritieni importante il lavoro e la tradizione natalizia». E il messaggio, con quello che gli esperti chiamano viral marketing, ha avuto successo con oltre 30mila mi piace sulla pagina Facebook e un passa parola sui social che sta spingendo i consumatori a comprare pandori e panettoni Melegatti nei supermercati che hanno deciso, seppure all’ultimo momento, di far loro posto (dall’Esselunga alle catene, a partire dai punti vendita del Veronese, come Martinelli, Tosano, Migross e Rossetto) o direttamente con gli ordini in azienda commissionando colli da 24 pezzi. Una risposta che potrebbe far sì che anche l’asticella degli oltre 1,5 milioni di dolci natalizi possa essere superata e poi consentire, come concordato con il Tribunale di cominciare a sfornare i prodotti pasquali e tornare a produrre le tradizionali brioche.
«Sono stati giorni frenetici – ha spiegato Luca Quagini, chairman e Ceo di Sdg Group – nei quali abbiamo portato a casa un risultato di grande importanza per questa azienda che ha segnato un pezzo di storia della nostra cultura gastronomica e che continuerà a farlo». Grazie anche alla generosità della Rete. Che, chiosa Gianluca Arnesano, fra i primi a occuparsi di viral marketing con l’omonimo testo scritto una decina di anni fa e docente di digital marketing all’Università Partenope di Napoli, può essere piena di fake news e cattiva nel distruggere la reputazione di una persona o un’azienda ma anche dimostrarsi solidale nelle cause in cui crede. Come quella degli operai della Melegatti. Per scrivere una nuova bella storia di Natale.