Martedì 24 Dicembre 2024
ACHILLE PEREGO
Cronaca

"Comprate il nostro pandoro". Web mobilitato per salvare Melegatti

Dipendenti senza stipendio da mesi, riscossa da Facebook

Alla Melegatti si scommette tutto sul Natale

Milano, 7 dicembre 2017 - “#NoisiamoMelegatti”. È partita con questo hashtag, seguito poi da “#NataleConMelegatti”, la riscossa degli operai (una novantina fissi più 220 stagionali) dell’omonima e famosa azienda di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, per salvare il posto di lavoro. A rischio, come purtroppo succede, da una crisi che nei mesi scorsi aveva quasi messo fine a una più che centenaria storia di successo cominciata nel 1894 quando Domenico Melegatti brevettò nome e ricetta del pandoro. In difficoltà finanziaria da mesi e con i salari non pagati da agosto, grazie all’intervento del fondo maltese Abalone, che ha investito 6 milioni, il via libera del Tribunale al concordato in bianco e la disponibilità dei fornitori a consegnare uova, burro e farina, nell’ultima settimana di novembre la fabbrica Melegatti è riuscita a far ripartire la produzione. Con un obiettivo non facile: recuperare il tempo perso producendo entro il 10 dicembre 1,57 milioni di pandori e panettoni.

L’annuncio del riavvio della produzione, con la riapertura anche dello spaccio aziendale dal 25 novembre, era arrivato con un post sulla pagina Facebook: Siamo di nuovo al lavoro. E su WhatsApp è subito diventato virale il messaggio dei dipendenti: «Da oggi tornano al lavoro le operaie e gli operai di Melegatti senza stipendio da mesi. Ritornano a produrre per Natale. Compriamo uno o due pandori Melegatti affinché anche queste operaie e questi operai possano avere un sereno Natale. Diffondi il messaggio su Melegatti, se ritieni importante il lavoro e la tradizione natalizia». E il messaggio, con quello che gli esperti chiamano viral marketing, ha avuto successo con oltre 30mila mi piace sulla pagina Facebook e un passa parola sui social che sta spingendo i consumatori a comprare pandori e panettoni Melegatti nei supermercati che hanno deciso, seppure all’ultimo momento, di far loro posto (dall’Esselunga alle catene, a partire dai punti vendita del Veronese, come Martinelli, Tosano, Migross e Rossetto) o direttamente con gli ordini in azienda commissionando colli da 24 pezzi. Una risposta che potrebbe far sì che anche l’asticella degli oltre 1,5 milioni di dolci natalizi possa essere superata e poi consentire, come concordato con il Tribunale di cominciare a sfornare i prodotti pasquali e tornare a produrre le tradizionali brioche.

«Sono stati giorni frenetici – ha spiegato Luca Quagini, chairman e Ceo di Sdg Group – nei quali abbiamo portato a casa un risultato di grande importanza per questa azienda che ha segnato un pezzo di storia della nostra cultura gastronomica e che continuerà a farlo». Grazie anche alla generosità della Rete. Che, chiosa Gianluca Arnesano, fra i primi a occuparsi di viral marketing con l’omonimo testo scritto una decina di anni fa e docente di digital marketing all’Università Partenope di Napoli, può essere piena di fake news e cattiva nel distruggere la reputazione di una persona o un’azienda ma anche dimostrarsi solidale nelle cause in cui crede. Come quella degli operai della Melegatti. Per scrivere una nuova bella storia di Natale.