Rimini, 21 agosto 2023 – Ripete la parola pace senza mai stancarsi. Chiede, con la forza delle parole, ma anche di un fisico asciutto e di una voce calma, ferma, una "pace giusta e sicura", distinguendo, però, "sempre", tra aggressore e aggredito. Condanna "nazionalismi, razzismi e intolleranze", definendoli – e qui interpreta alla perfezione il pensiero di Papa Francesco che lo ha eletto alla berretta cardinalizia – veleni di "menti e mani". Ma, soprattutto, accusa – e sferza – la Ue di "aver fatto poco" nella ricerca di una soluzione della guerra in Ucraina. È la voce del cardinale Matteo Maria Zuppi, quella che apre la 44esima edizione del Meeting dell’Amicizia tra i Popoli dal titolo "L’amicizia umana è un’esperienza inesauribile", tutte frasi di don Giussani.
A Zuppi sono affidate l’omelia alla celebrazione di apertura e l’intervento alla tavola rotonda intitolata "Fratelli tutti. Testimonianza di un’amicizia operativa sulle orme di Papa Francesco", coadiuvato, sul palco, da Bernhard Scholz (presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli).
Insomma, in un Meeting di Cl che verrà chiuso, il 25 agosto, dal Capo di Stato Sergio Mattarella e che vedrà la sfilata di mezzo governo di centrodestra, Zuppi viene trattato con tutti gli onori. Del resto, lo merita. Amatissimo vescovo della sua Bologna, ex prete di strada, cresciuto nella comunità di Sant’Egidio (nata da una costola di Cl, ma che ne divenne l’alter ego), oggi cardinale e, soprattutto, presidente della Cei. Voluto in quel ruolo dal Papa che voleva togliere, alla Cei, ogni sinergia e sudditanza verso la politica italiana. Zuppi parla, vien da dire, ricordando le battaglie che opposero il mondo di Cl di don Giussani (‘don Gius’ per i discepoli) ad altri altrettanto cattolici ma ‘socialisti’. E, cioè, alla 44 esima edizione del Meeting di Rimini, che di Cl (braccio spirituale), Compagnia delle Opere (braccio economico), Intergruppo per la Sussidiarietà (braccio politico) è la vetrina che ogni anno si riproduce all’ex Fiera di Rimini.
Ma Zuppi, di recente, è stato soprattutto l’inviato speciale del Papa volato tra Kiev, Mosca e pure a Washington per cercare di compiere il miracolo di una pace (o, almeno, una tregua) nella guerra. Ed ecco che, pur toccando molti temi scottanti (come il dramma dei migranti e l’accoglienza), Zuppi si concentra sui temi della guerra e della pace. "Immaginare un mondo senza guerra non è una ingenuità. Il dialogo non è accettare una pace ingiusta, ma trovare una pace giusta e sicura, non con le armi ma con il dialogo. Papa Francesco ci dice: non abituatevi alla guerra. A me e tanti ha commosso la commozione di Papa Francesco che ha fatto proprio il dolore del popolo ucraino. Dobbiamo avere lo stesso struggimento, perché ogni giorno che passa tante persone muoiono, l’odio diventa ancora più profondo è un inquinamento, una guerra mondiale a pezzi". "Pace non significa tradimento, richiede giustizia e sicurezza. Non ci può essere una pace ingiusta. Non dimentichiamo che c’è un aggressore e un aggredito, deve esserci una pace sicura", dice. La ricetta di Zuppi è "l’amicizia", valore principe di don Gius e di Cl. Chissà, se basterà, in guerra.