Martedì 12 Novembre 2024

Medicina senza numero chiuso, ok in Senato al testo base. Cosa succede ora, quali sono le nuove norme e quando scattano

L’idea: un primo semestre aperto a tutti, poi probabile ‘sbarramento’. Soddisfazione della Lega, perplessità nel Pd. La ministra Bernini: “Formeremo 30mila nuovi medici”. L’Ordine dei medici: “Nettamente contrari, produrremo solo disoccupati”

Roma, 24 aprile 2024 – Sempre più vicino l’addio al numero chiuso per accedere alla facoltà di Medicina. Un primo passo formale è stato compiuto oggi al Senato dove il Comitato ristretto della Commissione Istruzione ha adottato praticamente all'unanimità il testo base “per dire basta al numero chiuso a Medicina”. La notizia viene confermata dal presidente della Commissione, Roberto Marti (Lega), che esprime “molta soddisfazione per l'adozione del testo” con la “massima convergenza di tutte le forze politiche”.

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Medicina, il Senato adotta il testo base per lo stop al numero chiuso (Ansa)
Medicina, il Senato adotta il testo base per lo stop al numero chiuso (Ansa)

L’iter prevede ora che vengano discussi già in Commissione eventuali modifiche (emendamenti), prima che il relatore presenti il testo all’Aula. I tempi sono incerti, ma sicuramente non brevi: le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025. Per il 2024 restano quindi le date del 28 maggio e del 30 luglio per il test di Medicina. Potrebbe essere l’ultima volta, ma non è scontato, che si svolge la prova per essere ammessi alla facoltà. Lo sbarramento arriverà arrivare in una seconda fase: la senatrice Ella Bucalo, prima firmataria del Ddl 915 di FdI, spiega infatti che il “sistema introdotto prevede la possibilità per i nostri studenti di iscriversi liberamente ad un primo semestre dei corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia, in odontoiatria e protesi dentarie e in medicina veterinaria”. Si tratta di “un semestre cruciale volto a valutare gli studenti sulla base del profitto ottenuto durante i primi esami previsti". Bisognerà quindi individuare quale discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica dovranno poi essere superate per l'ammissione al secondo semestre. Al momento non è chiaro se ci sarà un test o un quiz come sbarramento, oppure solamente un numero di crediti formativi da conseguire.  Nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà.

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Sommario

La ministra Bernini

“Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”, dichiara la ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all'eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze – aggiunge – . Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all'insegna dell'ascolto, della massima collaborazione e dell'unità di intenti”.

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La soddisfazione della Lega

"Offriremo ai nostri ragazzi la possibilità di iscriversi liberamente alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, e di iniziare un percorso che gli permetterà di avere tempo e modo per orientarsi nel mondo universitario, che costituisce per ognuno una grande novità", commenta in una nota Roberto Marti. 

“Gli studenti avranno modo di verificare anche la propria vocazione e di dimostrare le competenze acquisite con lo studio delle discipline di base di questi corsi di laurea. Finalmente, non più una roulette russa: affidiamo al Governo una piena delega per restituire al Paese un sistema di buonsenso". 

Si unisce al coro della Lega il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l'iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette”, commenta. “Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere nei nostri ospedali – continua - senza il test di ingresso a medicina? Ci troviamo invece con una carenza di 50mila medici in Italia e 3.500 in Veneto, per scelte sbagliate calate dall'alto a livello nazionale in passato”. 

Le perplessità del Pd

Chiusa la partita del testo base, con un via libera “a massima convergenza”, si apre ora quella degli emendamenti. “Il Partito Democratico in commissione settima ha condiviso la necessità del superamento delle modalità di accesso ai corsi di laurea di medicina e chirurgia, e in generale di superare gli attuali test per l'accesso a quei percorsi di studi, contribuendo alla discussione anche con un proprio disegno di legge”, dice la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo nella Commissione Scuola, università e ricerca.

“Abbiamo lavorato con serietà nel comitato ristretto, ed oggi la settima commissione ha adottato il testo base frutto di questo lavoro, ma per noi rimangono numerose criticità”. La D’Elia in particolare ha espresso perplessità “sulla delega, troppo larga e vaga sugli aspetti che riguardano esattamente le nuove modalità di accesso, la definizione di una graduatoria nazionale dopo aver frequentato solo un semestre, e aver acquisito CFU senza che sia definito come e con quali criteri si compone graduatoria”.

Aggiunge la senatrice dem: “Abbiamo più volte sottolineato la necessità di un'offerta di qualità e di liberare ragazzi e famiglie dall'enorme spesa che oggi sono i corsi di preparazione al test. Ma la delega sull'orientamento nelle scuole superiori e i percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento è anch'essa vaga e confusa”. Proprio per questo la D’Elia annuncia emendamenti per risolvere “questioni di primaria importanza”. 

L’Ordine dei medici

Dura presa di posizione dell’Ordine dei medici che si dicono “nettamente contrari” al provvedimento. “Questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici”, afferma il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli. Che sentenzia: “Produrremo solo disoccupati”. 

Il sindacato dei medici

Parla di “colpo di grazia alla formazione medica” Pierino De Silverio, segretario nazionale del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed. "Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando”, dice. “Abolire il numero programmato - prosegue Di Silverio - è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”. E annuncia mobilitazioni: “Non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria  promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia”.