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Gemma Bracco, 80 anni, con il marito Paolo Baratta, ex ministro
"Si sieda, ho una brutta notizia". Con questa frase, lapidaria e ricca di toni minacciosi, pronunciata al telefono da un uomo che si spacciava per avvocato, ha inizio una truffa orchestrata con precisione criminale, durata sei ore, che ha fruttato ai malfattori un bottino da tre milioni di euro. Vittima dell’inganno Gemma Bracco, 80 anni, poetessa di fama nazionale e moglie dell’ex ministro Paolo Baratta. I truffatori hanno impiegato, per mettere a segno il lucroso raggiro, una tecnica definita "a spirale", stringendo sempre più la presa sulla vittima fino a portarle via contanti, oggetti di valore e lingotti d’oro custoditi nella cassaforte di casa. Un ‘bottino’ che si aggira sui tre milioni di euro.
I fatti risalgono al 4 ottobre 2024. Ma solo ieri gli agenti della Squadra Mobile, coordinati dalla Procura di Roma, che ha indagato con cura e riserbo, hanno fatto scattare le manette ai polsi dell’autore della truffa che si è trasformata, con il passar delle ore, in rapina. Si tratta di un trentacinquenne napoletano che operava nella Capitale, prendendo di mira coppie e persone fragili. L’uomo, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, dovrà rispondere di truffa e rapina aggravata. Resta aperta la caccia al complice, protagonista in una recita che ha funzionato come la trama di un giallo. La truffa prende le mosse da una telefonata. All’altro capo del filo, un uomo si presenta come avvocato: "Si sieda, le devo dare una brutta notizia. Sua figlia ha investito una donna a Venezia, è trattenuta in caserma".
Una notizia choc per una madre a cui viene comunicato lo stato di fermo della figlia. Neanche il tempo di riaversi che arriva il colpo del kappao: la chiamata di un finto maresciallo dei carabinieri, che conferma la storia e chiede 6.500 euro per "chiudere la faccenda senza denunce". La poetessa, scossa e disperata, si dice disposta a pagare e consegna i soldi a un emissario inviato a casa sua. Ma l’incubo è solo all’inizio. L’uomo, intuendo la presenza di altri beni di valore, convince la donna a consegnare alcuni preziosi. Per sei ore, Bracco viene tenuta in ostaggio telefonico, con le linee occupate dal complice per isolarla dal mondo esterno. Gemma cerca di resistere, di difendere i suoi beni, si è resa conto di essere finita nelle grinfie di una banda senza scrupoli. Scattano le minacce: "Ti spezzo in due, ti butto di sotto".
La poetessa, spinta contro una sedia, ora ha paura, cede e consegna l’argenteria di casa. Non basta, è costretta ad aprire la cassaforte dove sono custoditi lingotti d’oro, sterline e gioielli. Con il bottino milionario, l’uomo fugge. Solo allora la poetessa riesce a chiamare la figlia, che allerta la polizia. Gli investigatori romani della Mobile avviano un lavoro meticoloso, esaminando telecamere di sorveglianza e tabulati telefonici, finendo per dare un’identità al malvivente, mentre è ancora uccel di bosco il complice.