Torino, 19 agosto 2023 – Tiziana Claudia Aranzulla, 47 anni, è pioniera della medicina del cuore per le donne. Responsabile dell’équipe del Centro cardiodonna, nato a maggio al Mauriziano di Torino, ha appena salvato la vita a una 41enne che ormai non riusciva più a respirare la notte, mentre i medici consultati fino a quel momento le dicevano che era asmatica e stressata e le consigliavano di dimagrire.
Dottoressa Aranzulla, come ha reagito la paziente quando ha saputo la verità?
“Si è spaventata alla notizia ma insieme è stata anche sollevata. Perché per lei era la fine di un calvario: negli ultimi mesi non riusciva nemmeno più a respirare di notte”.
Come si spiegano quelle diagnosi errate?
"Sono tantissime le donne in quella fascia di età a non vedersi riconosciuto i problemi di cuore. Anche perché spesso i sintomi non sono tradizionali, non si manifesta il dolore al petto classico. E almeno una volta nella vita ogni donna si è sentita dire dal medico consultato che si poteva spiegare tutto con lo stress. Naturalmente questo annulla gli approfondimenti e gli esami successivi. Il problema riguarda un po' tutte le donne ma soprattutto quelle più giovani”.
Perché proprio quella fascia?
“Perché si tende a pensare che i problemi al cuore riguardino le donne in età avanzata o gli uomini. Quindi esiste un problema culturale anche tra i medici. Per questo si parla di gender gap in medicina. Purtroppo, aggiungo, noi donne per prime non siamo brave a raccontare bene i sintomi. E invece le percentuali di questo problema sono in aumento”.
Quali sono le motivazioni principali?
"I motivi sono tanti, di sicuro conta lo stile di vita. Tra i fattori di rischio c’è senz’altro la malnutrizione, dalle diete agli abusi del cibo tipici di una vita di corsa. Le donne fanno tantissime cose, anche nel momento della gravidanza. Quando si trovano a fronteggiare momenti di stress vero, non quello che viene abitualmente diagnosticato anche se non c'è”.
Malattie cardiovascolari e donne. Cosa dicono le statistiche?
"Che queste malattie sono il primo killer delle donne in tutto il mondo”.
E quante siete invece voi chirurghe del cuore?
“A livello globale le donne sono il 5-10% dei cardiologi interventisti”.