Venerdì 1 Novembre 2024

Torino, 66enne telefona a un infermiere del Mauriziano che gli salva la vita. Che cos’è il case manager

L’uomo, reduce da una colecistectomia, ha chiamato la linea dedicata ai pazienti dell’Oncologia

Torino, 16 dicembre 2023 – Una telefonata ha salvato la vita a un uomo di 66 anni grazie all’intuito di un infermiere dell’ospedale Mauriziano di Torino. Ma non si tratta di un infermiere qualsiasi. Parliamo di un case manager e di una linea telefonica dedicata, la help line. Individuando rapidamente la gravità della situazione, l’uomo ha attivato le procedure necessarie.

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Che cos’è il case manager

L’episodio, che risale ad alcune settimane fa, ha avuto per cornice il reparto di chirurgia generale e oncologica del Mauriziano. Secondo una nota dell’azienda sanitaria, dimostra l’efficacia di una nuova figura, quella del case manager, che consiste in un modello di presa in cura personalizzato e continuativo del paziente complesso che va incontro a chirurgia addominale maggiore.

L'ospedale Mauriziano di Torino
L'ospedale Mauriziano di Torino

Che cosa era successo al paziente

A rispondere alla chiamata è stato l’infermiere Stefano Gianolio. Il paziente, un uomo di 66 anni da pochi giorni reduce da una colecistectomia, anche attraverso la moglie ha descritto la sua situazione, che ha lasciato pensare a una problematica cardiaca, ed è stato invitato a presentarsi subito al pronto soccorso. Il sospetto è stato prontamente confermato dalla visita cardiologica e dal riscontro di stenosi coronarica critica, che ha portato il paziente ad essere sottoposto in urgenza e con successo a coronarografia. “Appare evidente che senza il modello personalizzato di presa in carico previsto dal case management e senza quella fatidica telefonata, i sintomi avrebbero potuto essere sottovalutati con conseguenze che avrebbero potuto mettere a grave rischio la vita del paziente”, osserva Alessio Rizzo, infermiere del Dipsa (Direzione delle Professioni Sanitarie) dell’ospedale Mauriziano. “Oltre alla linea telefonica dedicata – aggiunge –, a fare la differenza è stata la risposta, fornita da un professionista altamente e specificatamente formato e con una profonda conoscenza e relazione di cura e fiducia del paziente”.

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