Roma, 11 giugno 2024 – A meno di 10 giorno dell’inizio degli esami per la maturità, sono molti gli studenti italiani che lamentano una cattiva preparazione in ambito storico. Per metà di loro il programma si è fermato alla Seconda Guerra Mondiale, che risale a quasi un secolo fa. Migliore invece la situazione che riguarda la letteratura italiana, altra materia cardine dell’esame, e le materie di indirizzo.
Gli esami inizieranno la mattina di mercoledì 19 giugno, con la prima prova – lo scritto di italiano – e proseguiranno giovedì 20 giugno, con la seconda prova, che varia a seconda dell’indirizzo della scuola. Poi al via ai colloqui orali, con l’obiettivo di valutare il profilo educativo, culturale e professionale di ogni candidato.
Il sondaggio del portale Skuola.net, effettuato su un campione di 1000 studenti che si apprestano a sostenere gli esami finali del ciclo superiore, rivela una situazione preoccupante rispetto al compimento dei programmi scolastici, soprattutto in Storia. La maggior parte dei ragazzi non ha affrontato in classe ampie parti del programma e meno della metà ha effettivamente completato il programma previsto dal Ministero: il 20% si è fermato al periodo degli anni ‘60 e ‘70 e il 29% ha concluso la storia del ‘900. I restanti sono stati meno fortunati: un altro 29% è arrivato al secondo Dopoguerra, il 14% al primo e per l’8% il programma si è interrotto anche prima.
La speranza, per chi è rimasto indietro, è quella di aver dedicato delle lezioni all’approfondimento di momenti chiave del passato o legati all’attualità, a prescindere dall’ordine cronologico della materia. Fortunatamente, il sondaggio rivela che per molti studenti questo è effettivamente avvenuto: il 41% degli intervistati ha seguito spesso lezioni di questo tipo, il 38% ogni tanto. Otto studenti su 10 hanno quindi studiato questioni che potrebbero tornare utili durante gli esami, nella prova scritta di italiano oppure all’orale.
La maggioranza dei maturandi (51%) ha espresso il desiderio di diminuire il tempo dedicato nei primi cicli scolastici alla preistoria e ai dinosauri, così da poter arrivare ad anni più recenti alla fine del percorso. Solo 1 su 4 è invece convinto che sia importante studiare anche le epoche più remote, perché ''senza la conoscenza delle nostre radici non si va da nessuna parte''.
Tornando ai programmi scolastici e al loro effettivo svolgimento, la situazione rispetto alla materia della letteratura italiana è decisamente migliore: il 32% degli studenti ha finito il programma e ha svolto anche una parte di ripasso e il 27% ha affrontato quasi tutti gli autori chiavi di ‘800 e ‘900. Meno rosea la situazione per il 24% che ha dovuto interrompere l'excursus a metà Novecento e per il 17% ha fatto bene solo l'Ottocento e la primissima parte del XX secolo.
Per la seconda prova si profila la preparazione migliore: sono 3 su 4 gli studenti che hanno completato (o quasi) il programma previsto per le materie di indirizzo. Solo il 12% teme l'essersi fermato circa a metà del programma, mentre il 16% denuncia diverse lacune.