
Studenti durante l'esame di Stato (Ansa)
Roma, 25 novembre 2019 - L'esame di Stato cambia nuovamente. Dopo la reintroduzione della Storia nella prima prova, e l'eliminazione delle buste per la prova orale, si torna indietro anche per quel che riguarda la prova Invalsi. Per accedere all'esame di maturità 2020, oltre allo svolgimento di attività di alternanza scuola-lavoro, è obbligatorio aver sostenuto i test Invalsi. A stabilirlo una circolare del Ministero dell'Istruzione inviata oggi ai dirigenti scolastici. Con la legge Milleproroghe 2018 il precedente titolare del Miur, Marco Bussetti, aveva differito di un anno (all'1 settembre 2019) l'applicazione della norma sull' Invalsi - prevista dal Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62 - esonerando così gli studenti che hanno fatto la maturità nel 2019.
Ora però, "non essendo intervenuto un ulteriore differimento annuale", la circolare ricorda che "dovrà essere verificato, ai fini dell'ammissione dei candidati interni all`esame di Stato dell'a.s. 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l`ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale. La circolare Miur conferma infine la reintroduzione del tema storico nella prima prova scritta ("almeno una delle tracce della tipologia B, analisi e produzione di un testo argomentativo, deve riguardare l'ambito storico") e, per il colloquio orale, l'annullamento della procedura di assegnazione del materiale agli studenti tramite le buste da sorteggiare.
"Ho aperto una riflessione critica sulle prove Invalsi ma interpreto il ruolo di ministro con prudenza e responsabilità. Ci sono dei passaggi di legge da rispettare. Personalmente resto dell'opinione che queste prove vadano ripensate: possono essere utili per evidenziare le fragilità del nostro sistema di istruzione", afferma il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti. "Ad ogni modo i loro esiti non influiranno in alcun modo sull'ammissione alla Maturità", ha aggiunto.