Palemo, 30 gennaio 2023 - Indagata Maria Mesi, ex amante del boss Matteo Messina Denaro, e con lei anche suo fratello Francesco Mesi. I due erano già noti agli investigatori: già negli anni '90, sulle tracce del latitante, erano arrivati a lei. E per poco Maria non li portava da Messina Denaro: i due s'incontravano in un appartamento di Aspra, frazione marinara di Bagheria. Il covo fu messo sotto controllo, il boss venne avertito e sparì nuovamente nel nulla.
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Le case della Mesi e del fratello, entrambe a Aspra in via Milwaukee, non lontano dal vecchio ritrovo amoroso, una residenza di campagna e la torrefazione gestita dalla famiglia, sono state messe sottosopra dai carabinieri del Ros. Alla fine Maria e Francesco Mesi, già condannati nei primi anni 2000 per il favoreggiamento del boss, sono stati nuovamente iscritti nel registro degli indagati, e come 20 anni fa (Per cui sono stati condannati in via definitiva) con l'accusa di aver favorito la latitanza del capomafia. Ma per Maria furono solo a 3 anni di condanna perché in Cassazione cadde l'aggravante mafiosa, incompatibile secondo i giudici, con la sua relazione amorosa con il boss.
Anni dopo la condanna gli investigatori trovarono le lettere d'amore che la donna inviava a Messina Denaro. Le lettere furono scovate in casa di Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro e collegamento tra il boss latitante e i suoi affari. Quelle missive d'amore, firmate Mari oppure Mariella, erano di una donna innamorata: "Avrei voluto conoscerti fin da piccola e crescere con te, sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio".
Tra i favoreggiatori della lunga latitanza del padrino sono già in cella Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara e prestanome del boss, e Giovanni Luppino, l'incensurato autista che ha accompagnato il boss alla clinica Maddalena nel giorno dell'arresto. E le indagini proseguono.