Lunedì 5 Agosto 2024
GABRIELE CANÈ
Cronaca

Materie prime per la sicurezza nazionale

Il ripensamento sull'approvvigionamento delle materie prime, in seguito alla dipendenza dalla Cina, diventa urgente per garantire la sicurezza nazionale e l'equilibrio dell'Occidente.

Materie prime per la sicurezza nazionale

Il ripensamento sull'approvvigionamento delle materie prime, in seguito alla dipendenza dalla Cina, diventa urgente per garantire la sicurezza nazionale e l'equilibrio dell'Occidente.

Di sicuro abbiamo sbagliato prima. Superficialità e ingordigia. La cinica opportunità di comprare a costi irrisori da latitudini in cui lavoro e schiavitù sono separati da un confine sottilissimo. La presunzione che sempre e comunque un mondo globale avrebbe garantito tutto a tutti, da qualunque luogo provenissero le risorse. Il problema è che gran parte di quel tutto, la più strategica, quella del presente tecnologico e del futuro green, viene dalla Cina. Con cui abbiamo chiuso la scivolosa Via della Seta per aprire quella virtuosa del dialogo e dell’interscambio alla pari. Il che conferma che la Cina resta grande partner commerciale, ma non per questo è un Paese amico. Ha messo in crisi l’Occidente quando si è chiusa per il virus che lei stessa aveva seminato nel mondo, e si conferma in ogni conflitto parte integrante di un blocco "orientale" schierato sempre e comunque contro.

Proprio dal Covid e dalla constatazione che l’Ovest è azzoppato senza ciò che arriva da Est, è partito un ripensamento. Una marcia indietro. Oggi la presa di coscienza cerca faticosamente di tradursi in operatività. Il messaggio del ministro Crosetto, il suo grido d’allarme ("non esiste sviluppo, innovazione, senza materie prime") suona come ulteriore sollecito a non perdere tempo perché in gioco c’è la sicurezza nazionale. In questo quadro si inseriscono il nuovo programma minerario e il disegno di legge sulla materie prime di interesse strategico, come il maxi accordo Usa-Ue che Biden e von der Leyen sottoscrissero a marzo. Certo, l’obiettivo non può essere l’autarchia dell’Occidente. Ma se per l’elettronica o per le batterie elettriche il 90% delle materie prime necessarie ora viene dalla Cina, per non parlare dei pannelli solari, beh, è chiaro che il pendolo va rimesso in equilibrio. Questione di sicurezza nazionale, dice Crosetto. Giusto. Di esistenza nazionale, aggiungiamo noi.