Roma, 28 aprile 2023 – Mascherine in ospedale e tamponi: ecco le nuove regole dall’1 maggio fissate nell’ordinanza del ministro Schillaci. Dai pazienti fragili agli esenti agli ambulatori medici: cosa cambia.
Scrive il ministro: “E’ fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura, identificati dalle Direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse”.
L’ordinanza in Pdf
Mascherina in ospedale, per chi resta obbligatoria
"L’obbligo – chiarisce il testo di Schillaci – è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti (...)”.
Cosa succede nelle sale d’attesa
"Nei reparti delle strutture sanitarie diversi da quelli indicati al comma 1 e nelle sale di attesa, la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle Direzioni Sanitarie, che possono disporne l’uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria”.
Non sono previste analoghe misure "per quanto riguarda i connettivi e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza”.
Cosa succede negli ambulatori medici
Negli ambulatori medici, “la decisione sull’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”.
Cosa cambia per i tamponi Covid
E per i tamponi Covid che fino ad oggi hanno garantito l’accesso ai pronto soccorso? "La decisione sull’esecuzione di tampone diagnostico per infezione da SARS-CoV-2 per l’accesso ai pronto soccorso è rimessa alla discrezione delle direzioni sanitarie e delle autorità regionali”, stabilisce Schillaci.