Roma, 9 aprile 2024 – Marzo 2024 è il decimo mese consecutivo più caldo mai registrato: la temperatura media dell’aria superficiale è stata di 14,14°C, 0,73°C in più rispetto alla media del mese del periodo 1991-2020. Si tratta anche del marzo più caldo di sempre, superando quello del 2016 di 0,10°C. Rispetto alla media pre-industriale, la temperatura è stata superiore di 1,68°C. Due record allarmanti registrati dal servizio Copernicus Climate Change del Centro europeo per le previsioni meteorologiche.
A ‘trainare’ il dato sono state soprattutto l’Europa, l’America settentrionale orientale, la Groenlandia, la Russia orientale, l'America centrale, parti del Sud America, molte regioni dell'Africa, l'Australia meridionale e parti dell’Antartide: le regioni dove la differenza con la media è più sostanziale.
Per ricavare i dati, l’agenzia si è basata sulle analisi generate dal computer e sui dati Era5, che utilizzano miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
"Marzo 2024 continua la sequenza di record climatici sia per la temperatura dell'aria che per la temperatura della superficie dell'oceano, con il decimo mese consecutivo da record – dichiara Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus – Per fermare l'ulteriore riscaldamento è necessaria una rapida riduzione delle emissioni di gas serra”.
Il caldo record può essere in parte spiegato con El Niño, un fenomeno climatico che vede un improvviso riscaldamento delle acque del Pacifico nei mesi di dicembre e gennaio, in media ogni 5 anni. Di conseguenza, quando si sarà placato, le temperature dovrebbero temporaneamente abbassarsi. Ma diversi scienziati credono che questa volta sarà diverso. “Se entro la fine dell’estate staremo ancora osservando temperature da record nel Nord Atlantico e altrove, allora ci troveremo davvero in un territorio inesplorato”, avverte a Bbc News Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa.
Da anni si parla di una ‘linea X’ da non superare, pari a 1,50°C al di sopra della media pre-industriale, oltre la quale i danni al Pianeta potrebbero essere irreversibili. Nonostante da giugno 2023 ogni mese sia stato il più caldo mai registrato, con gli ultimi 12 mesi che in totale hanno segnato +1,58°C rispetto al dato di fine Ottocento, tale confine non è ancora scattato visto che il calcolo delle temperature va di decennio in decennio. Tuttavia, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu sostiene che sia molto probabile che il ‘punto di non ritorno’ venga raggiunto entro il 2030.
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