Firenze, 6 gennaio 2025 – Serviranno almeno altri quattro mesi. Di questi, tre, saranno senza mangiare. Poi, Martina Voce, la 21enne fiorentina che il 20 dicembre ha ricevuto più di 25 coltellate dall’ex fidanzato a Oslo, potrà tornare alla vita di prima. Bastano questi due numeri a dare l’idea della violenza con cui Mohit Kumar, informatico norvegese di 24 anni di origine indiane e suo ex, l’ha aggredita impugnando un coltello militare. “Ma è fortissima. Il percorso riabilitativo procede bene, anche se sarà lungo” garantisce il padre Carlo Voce, avvocato fiorentino che ieri è partito da Oslo per tornare in Italia. “Oggi intanto inizierà la fisioterapia alle mani”. Perché per la 21enne, ogni giorno è ancora una conquista: prima il delicato intervento alla lingua che le ha consentito di tornare a parlare e riprendersi la sua voce.
Poi le mani, quelle con le quali ha tentato di difendersi dalla furia dell’uomo. Oggi sono completamente ingessate, ma con le dita è riuscita a stringere quelle del padre e della sua amica Nelly che la va a trovare ogni giorno. È anche a lei, oltre che agli inquirenti che ha raccontato quei minuti d’inferno, grazie a un supporto che la aiuta a parlare per non sforzare le corde vocali. “I sanitari sono colpiti dalla sua capacità di recupero, e sono fiduciosi anche per la mobilità del volto”.
Ma le ferite più difficili da guarire saranno altre: quanto vissuto il 20 dicembre nel negozio di specialità italiane a Oslo dove Martina lavora e dove è avvenuto il tentativo di femminicidio. “Ero sulle scale – ha raccontato Martina – lui mi è arrivato alle spalle, mi ha chiesto se mi ero fidanzata. Mi ha colpito con una prima coltellata alla natica e poi sulla parte alta della schiena. Ho cercato di proteggermi come potevo, con le mani e le braccia. Tre miei colleghi sono arrivati ad aiutarmi, rimanendo feriti anche loro. Ho indietreggiato, ma ha continuato a colpirmi e quando sono caduta si è avventato sopra di me. Rideva, sembrava felice di farmi del male”.
L’uomo è stato ricoverato in coma farmacologico per le ferite a sua volta ricevute dai colleghi che tentavano di disarmarlo. Per Martina oggi inizierà la delicata fisioterapia alle mani, le stesse con cui riconquisterà lentamente il futuro da cui quella lama ha cercato di tagliarla fuori. “Sono felice e fortunata di essere ancora viva. Rimarrò qui ad Oslo e continuerò a fare quello che facevo prima: studiare e lavorare”.