Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Marmolada e caldo record, il ghiacciaio può scomparire in 15 anni

La previsione di Legambiente. Il sindaco di Canazei: la Regina delle Dolomiti per ora resta chiusa. Si cerca un'alternativa alla Via Normale

Canazei (Trento), 31 agosto 2022 - Marmolada, il ghiacciaio resta chiuso dopo il tragico crollo del 3 luglio che provocò 11 vittime. Lo conferma il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard. Nelle stesse ore Legambiente annuncia: la Regina delle Dolomiti è un decimo di 100 anni fa: ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. Tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto.

Previsioni fosche che arrivano proprio mentre gli esperti di montagna stanno ragionando sul futuro.  "Si sta già ragionando su un'alternativa alla Via Normale - anticipa Stefano Coter, capo del Soccorso alpino di Canazei -. La valutazione dovrà essere collegiale, naturalmente si dovranno esprimere anche i tecnici della Provincia". Gli stessi che nei prossimi giorni, dopo un sopralluogo con tutte le altre autorità, dovranno valutare "una parziale riapertura, con l'arrivo delle temperature più fredde".

Il sindaco precisa: "Per ora è tutto sospeso, l'ordinanza di chiusura non ha una scadenza. Valuteremo quando si dovessero verificare le condizioni per restringere l'area dei divieti o eliminarla proprio".

Marmolada, la previsione choc di Legambiente

La previsione choc è il risultato del monitoraggio della quarta tappa della ‘Carovana dei ghiacciai' di Legambiente con la partnership del Comitato glaciologico italiano del ghiacciaio. Nell’attribuire la causa dello scioglimento alla crisi climatica, Legambiente spiega che il ritiro del ghiacciaio della  Marmolada "ha mostrato una progressiva accelerazione, tanto che negli ultimi quarant’anni la sola fronte centrale è arretrata di più di 600 metri provocandone una risalita in quota di circa 250 metri".

Le cause del crollo

Gli esperti stanno ancora studiando le cause della tragedia di luglio. Intanto Legambiente mette in fila: "Tali cause - afferma l’associazione ambientalista - sono da imputare alla forte inclinazione del pendio roccioso e alla progressiva apertura di un grande crepaccio che ha separato il corpo glaciale in due unità, alla presenza di discontinuità al fondo e sui lati, all’aumento anomalo delle temperature con conseguente aumento della fusione e incremento della circolazione d’acqua all’interno del ghiaccio".

La Regina delle Dolomiti

"La Regina delle Dolomiti sta perdendo il suo gigante di ghiaccio più in fretta delle altre vette, occorre più consapevolezza di quel che sta accadendo e soprattutto un nuovo rapporto tra uomo-natura - spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente -. Basta considerare la montagna come un luna-park e basta infrastrutturazione a tutti i costi, utile invece pensare a questa come uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità".

L'analisi sul ghiacciaio

Il Ghiacciaio della Marmolada, commenta Aldino Bondesan, del Comitato Glaciologico Italiano e dell’Università di Padova, "è un fondamentale termometro dei cambiamenti climatici per la sua rapida risposta anche alle piccole variazioni di precipitazioni e temperatura. Fenomeni come il distaccamento dello scorso 3 luglio sono frequenti nei ghiacciai e fanno parte della loro normale dinamica. Ciò che desta maggior preoccupazione - aggiunge - è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale: se saranno confermati gli attuali andamenti anche nei prossimi anni, è molto probabile che il ghiacciaio della Marmolada scompaia prima del 2040".

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