Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Marmolada, i periti: crollo imprevedibile. Il fratello di una vittima: "Sono deluso"

La procura di Trento verso l'archiviazione dell'inchiesta. Ecco le ragioni del distacco che il 3 luglio provocò 11 vittime

Trento, 12 gennaio 2023 - Marmolada: il crollo fu imprevedibile. Arrivano a questa conclusione i periti e la procura di Trento ha annunciato che richiederà l’archiviazione. Ma il fratello di una vittima: "Siamo delusi".

Marmolada, l'area del crollo del 3 luglio
Marmolada, l'area del crollo del 3 luglio

Il crollo del 3 luglio

Il 3 luglio scorso il distacco della calotta sommitale del ghiacciaio aveva provocato una valanga di neve e roccia che aveva ucciso 11 persone. Come già emerso a metà dicembre scorso a seguito della perizia di 60 pagine depositata dagli esperti dell’Università di Siena e di Trento, anche la perizia tecnica richiesta dalla Procura ha rilevato che quanto accaduto è stato un "evento non prevedibile".

"Ecco le ragioni del crollo"

“Le temperatura elevate registrate da metà giugno hanno indotto un’intesa fusione, superficiale della neve residua, del nevato e del ghiaccio”, comportando una riduzione di circa sette centimetri al giorno del ghiacciaio della Marmolada. La relazione di 45 pagine è firmata dai professori Carlo Baroni, del dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Pisa, e Alberto Bellin, della facoltà di ingegneria dell’Università di Trento, con il contributo di altri tre docenti universitari e di un ricercatore del Cnr. Nella perizia si ricorda che il ghiacciaio della Marmolada in "soli 10 anni avrebbe perso oltre cinque metri di spessore medio e oltre 7,7 milioni di metri cubi di ghiaccio", dimezzando la sua estensione in poco più di 30 anni.

Secondo gli esperti, a provocare il distacco di 6.480 metri cubi di ghiaccio è stato un insieme di fattori: dallo scioglimento della neve di superficie alla formazione di “bédière” (torrenti epiglaciali), che “contribuiscono ad accrescere la disgregazione del ghiaccio”. Tuttavia - si legge nella perizia - “sulla base delle conoscenze disponibili l’evento non era prevedibile” e “non è stato possibile identificare elementi che potessero, qualora osservati nei giorni precedenti, suggerire un alto rischio di crollo imminente”. Due le cause principali che sono state evidenziate da Bellin e da Baroni nella relazione. "La prima è la presenza significativa di acqua, che ha diminuito l’aderenza del ghiacciaio al fondo roccioso - dice Bellin - la seconda è l’ammaloramento del ghiaccio, che ha visto un peggioramento delle proprie caratteristiche meccaniche: all’interno del corpo glaciale c’erano delle fratture, che però non erano visibili in superficie. Questo peggioramento l’abbiamo dedotto osservando le immagini che sono state prese dopo il crollo, non era visibile prima".

Le parole del sindaco di Canazei

"La perizia conferma quello che avevano già dichiarato tanti esperti - commenta Giovanni Bernard, sindaco di Canazei -. Si chiude una parentesi, se ne apre un’altra, quella che riguarda la gestione dell'area". Che oggi è totalmente riaperta al pubblico. "Quest'estate - ragionai l primo cittadino - si farà un monitoraggio, anche sulla base delle temperature".

Le parole di Luca Miotti, fratello di una vittima

Luca Miotti, che perse il fratello Davide e la moglie di lui, Erica Campagnaro, nel crollo della calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, si definisce "perplesso e deluso" rispetto alle conclusioni della perizia tecnica della Procura. "Comprensibilmente una simile conclusione mi lascia perplesso e deluso", dichiara l'uomo. Poi "lancia un appello" agli scienziati, perché possano "studiare gli accertamenti dei consulenti della Procura al fine di confermare o eventualmente confutare l’imprevedibilità del catastrofico evento”.