Cagliari, 13 luglio 2024 – “Eravamo in un periodo di pausa, non abitava più con me”. Così due giorni prima dell’arresto Igor Sollai parla alle telecamere di Chi l’ha visto. La moglie Francesca Deidda è scomparsa da quasi due mesi. “Non è che è scomparsa, non risponde al telefono”, precisa lui. Ma per gli inquirenti non c’è stato nessun allontanamento volontario: la 42enne di San Sperate (Cagliari) sarebbe stata uccisa dal marito che poi avrebbe fatto sparire il corpo.
Si cerca il corpo: al setaccio il greto del fiume
Corpo che però ancora non si trova, anche se un imponente dispiegamento di mezzi ha portato al rinvenimento di oggetti e indumenti che si crede appartenessero alla donna: una borsetta dei trucchi, il bite dentale, un accappatoio, un brandello di felpa, tutte cose nelle mani del Ris insieme a frammenti di roccia con tracce ematiche e uno straccio forse sporco di sangue su cui verranno effettuati i test genetici di rito. Il materiale è stato recuperato in gran parte nei pressi del ponte romano sul Rio Picocca dove gli inquirenti sono tornati anche oggi. In particolare le ricerche si concentrano sul greto del fiume sotto l'ex SS125. Da maggio a oggi, infatti il rio si è asciugato ma al momento della scomparsa di Deidda era pieno e l'acqua potrebbe avere spostato indizi.
“Francesca voleva andare via, l’ho accompagnata in un posto”
"Il 10 maggio è l’ultima volta che ci siamo visti, l’ho accompagnata dove voleva andare, ha spiegato Sollai alle telecamere di Chi l’ha visto. L’ipotesi della procura di Cagliari che indaga per omicidio aggravato e occultamento di cadavere, che quel giorno Sollai abbia guidato fino al ponte dove si sarebbe disfatto del corpo. “Dove voleva andare Francesca?”Chiede la giornalista di Rai 3. Ma Sollai dice di non poter rispondere perché gli inquirenti gli avrebbero chiesto di non divulgare dettagli. L’autotrasportatore aggiunge anche di aver usato in quella circostanza l’auto della moglie che poi “è stata venduta”.
I legali di Sollai si appellano al Riesame
E’ bene precisare che dall’8 luglio, giorno dell’arresto, Sollai continua a dirsi innocente. "Per lui Francesca si è allontanata volontariamente”, ribadiscono i suoi avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba che hanno presentato istanza al tribunale del Riesame contro l’ordinanza di convalida del fermo e per la modifica della misura di custodia cautelare. Ieri il camionista ha ricevuto la visita dei legali in carcere a Uta: “Abbiamo parlato con lui per circa due ore. È provato: ci siamo confrontati sui punti chiave dell'ordinanza che lo ha portato in carcere per preparare l'interrogatorio di giovedì (18 luglio ndr)”.
L’amante di Sollai e il movente
Ma perché, secondo gli investigatori, Sollai avrebbe ucciso la moglie? Il movente, passionale, viene ricondotto alla relazione extraconiugale che l’uomo aveva da circa un anno con una vecchi amica, circostanza che lui stesso avrebbe ammesso. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, voleva separarsi dalla moglie, ma temeva di perdere i beni, tra cui la casa di San Sperate, che aveva con Francesca. Si cita anche un altro elemento: il desiderio di paternità del 43enne che non sarebbe stato condiviso dalla moglie e che invece l’uomo avrebbe pensato poter concretizzare con la nuova compagna. Le colleghe di Francesca hanno confermato che la donna sospettava un tradimento. La tensione nella coppia potrebbe aver portato a una lite e infine al delitto.
I messaggi finti e i sospetti su Sollai
Sollai non ha mai denunciato la scomparsa della moglie. Ci hanno pensato il fratello e le colleghe della donna. L’autotrasportatore sostiene che i due avevano deciso consensualmente di prendersi una pausa, decisione in seguito alla quale la moglie avrebbe deciso di allontanarsi. Dal momento della scomparsa Francesca non ha mai risposto al telefono, ma dal suo cellulare arrivavano messaggi rassicuranti. Frasi del tipo: “Ho bisogno di stare da sola, è un momento no”. In una mail arrivata dall’indirizzo di Deidda al datore di lavoro, la donna comunica il suo licenziamento. Una scelta inaspettata e incomprensibile per le amiche che non hanno mai creduto a un allontanamento volontario. Una di loro le ha scritto su WhatsApp dicendole che anche un’altra collega si era licenziata, facendo un nome di fantasia. Chi ha risposto al telefono è cascato nel tranello. “Mi dispiace” è stata la risposta. Ma nessun commento sul nome inesistente. Per gli inquirenti l’unica spiegazione è che a manovrare il telefono e a sostituirsi a Francesca era il suo assassino, Sollai.